Aquileia: avviata la campagna di scavo alle grandi terme
1 Settembre 2017
È ripresa nei giorni scorsi ad Aquileia la campagna di scavo archeologico didattico condotto dal dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine sul sito delle Grandi Terme costantiniane che, con i loro 25 mila metri quadrati di estensione, sono uno dei più vasti impianti termali pubblici dell’Italia settentrionale romana. Questo secondo periodo di attività 2017 vedrà, a settembre, la realizzazione di un importante intervento di restauro – reso possibile dal sostegno finanziario della Fondazione Aquileia e concordato con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia – che rappresenta la prima tappa delle attività di conservazione e valorizzazione, che progressivamente restituiranno sul terreno la pianta delle Grandi Terme e la disposizione dei loro vasti saloni.«L’intervento – spiega la direttrice dello scavo, Marina Rubinich – restituirà la forma della trincea dove correva il muro di separazione tra i saloni del frigidarium e del calidarium e sarà ripristinato il contenimento dei pavimenti a mosaico a motivi geometrici in pietra e cotto, appartenenti all’ultima fase della vita delle terme tra la fine del IV e il V secolo d.C., operazione indispensabile per evitarne il degrado». La zona – circa 130 metri quadrati – è collocata a ridosso di via 24 Maggio. L’altro settore in cui si sono concentrati i lavori della campagna di scavo di quest’anno si trova circa 150 metri più a nord, subito all’interno del muro perimetrale settentrionale, e riveste un eccezionale interesse scientifico. Qui, nonostante le devastanti opere di spoliazione delle strutture murarie condotte dall’età medievale fino alle soglie del ‘900, sono già state identificate ben tre fasi sovrapposte. «Quella più antica, e perciò più profonda – racconta Marina Rubinich -, è una fontana-ninfeo monumentale, con vasche circolari e rettangolari, resti di una canalizzazione per l’approvvigionamento e lo smaltimento delle acque e un’estensione di almeno 180 metri quadrati. Lo scavo di quest’anno sta cercando di mettere completamente in luce i limiti della fontana al fine di capire se essa appartiene alla prima fase di costruzione delle terme (prima metà del IV sec. d.C.) o se è addirittura precedente».Sopra la fontana fu steso un mosaico a grandi tessere cubiche di pietra e di cotto, con quadrati ornati da fioroni stilizzati, che pavimentava un ambiente rettangolare sicuramente appartenente alle Grandi Terme costantiniane e forse affacciato su un grande cortile porticato a nord della piscina (natatio). Sempre in questa zona, un angolo del pavimento a grandi tessere ha rivelato un antico cedimento strutturale, dovuto al terreno instabile o a fenomeni sismici, che provocò il crollo delle coperture e la completa ristrutturazione della zona. «La conferma – spiega Marina Rubinich – che Aquileia, nel pieno V secolo, era ancora in grado di promuovere importanti lavori”.
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