Concluso il riordino dell’archivio parrocchiale a Chiopris

La comunità di Chiopris si è finalmente riappropriata del suo archivio parrocchiale. Con la presentazione di venerdì 29 settembre in una stracolma chiesa di San Michele Arcangelo si è concluso un percorso durato ben due anni, in cui gli archivisti Vanni Feresin e Giada Piani hanno pazientemente riordinato l’immensa quantità di documenti e testimonianze della piccola comunità friulana, della quale l’archivio parrocchiale conserva ogni tipo di memoria, dai registri anagrafici fino ai documenti elettorali dell’ultimo secolo. In tanti hanno accolto l’invito del parroco, don Federico Basso, a partecipare sia alla liturgia solenne per il patrono che alla presentazione del riordino, così una semplice conferenza si è trasformata in una presentazione viva che ha saputo cogliere l’interesse dei presenti. Che si sono riversati, concluse le allocuzioni, sui due archivisti mentre esponevano il più antico volume conservato in parrocchia, il Catapano. Un ’raccoglitore del tutto’, come potrebbe semplicisticamente essere definito dopo una grossolana traduzione. Anche se è questa l’espressione che meglio lo definisce, in quanto narra vicende, avvenimenti e dati sulla popolazione e la vita comunitaria a partire dal 1598, con qualche documento che torna indietro fino al 1300. “Qualcuno potrebbe semplicemente definirle carte vecchie, carolate, da buttare. Ma queste sono le radici della nostra comunità”, ha sottolineato il parroco nell’introdurre la serata. “Se noi tagliamo queste radici l’albero non può crescere ma è destinato a morire. Alcuni hanno proposto di portare i documenti più antichi a Gorizia, per conservarli meglio. Io ribadisco che se hanno superato guerre, carestie e eserciti e sono ancora qua, qui devono rimanere” ha concluso don Basso. Nell’esposizione dei vari documenti, anche grazie alla proiezione operata dallo studio Pantanali di Ajello, Feresin e Piani non si sono dimenticati di uno dei ringraziamenti più importanti, cioè quelli non solo all’amministrazione parrocchiale attuale, ma anche a mons. Mauro Belletti che ha guidato la comunità dal 2010 al 2016 e che aveva sapientemente avviato il riordino, conscio dell’importanza della salvaguardia di rari e preziosi documenti come quelli parrocchiali.