L’amore non si perde e non sparisce
27 Ottobre 2017
La chiesa di S. Ignazio ha ospitato sabato pomeriggio la liturgia eucaristica, nella festa di S. Orsola, nel corso della quale la comunità diocesana ha espresso il proprio ringraziamento alle Madri Orsoline – alla vigilia della loro partenza dalla città – per quanto fatto dall’Ordine sin dal momento del suo arrivo nell’Isontino nel 1672.In una chiesa affollata anche da tante exallieve dell’Istituto, presenti numerose autorità civili e militari, la celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo mons. Redaelli ed accompagnata dal coro degli allievi dell’Istituto.Il vescovo ha sottolineato quello che di importante hanno compiuto in questi secoli le Madri Orsoline: “Hanno insegnato a una moltitudine di giovani che via via nascevano e crescevano nella nostra città e nei dintorni; hanno formato anche molte insegnanti, sono state una preziosa presenza educativa e culturale in molti campi, hanno vissuto con la città i momenti bui della guerra come anche i momenti gioiosi di festa, ecc. In una parola: sono state fino in fondo “goriziane””. “Ma alla fine ciò che hanno fatto – ha proseguito il presule – è averci amato, aver amato questa città, questa diocesi, questa gente. Un amore uguale a quello dei martiri. Un amore che non si è manifestato tutto in un istante, come un fuoco acceso improvvisamente nel momento del martirio, ma un amore che si è speso giorno per giorno con umile e laboriosa dedizione come quella fiammella rossa che arde perennemente nelle chiese indicando la presenza del Signore”. “Adesso – ha evidenziato ancora mons. Carlo – sembra l’ora di qualcosa che muore. Pare però che non muoia un seme, ma un albero che ha dato molti frutti e ora sembra inaridirsi. Ciò avviene per causa dell’albero, per causa del terreno o per causa degli agenti atmosferici sfavorevoli? Non importa andare a cercare i motivi di una chiusura, perché in ogni caso questa c’è. Sarebbe bello pensare che non si trattasse di un albero, ma che fosse un seme a morire per risorgere come pianta di nuovo feconda, ma temo sia un’illusione. Tutto perduto allora? No, l’amore non si perde, non sparisce, non viene meno con il morire delle istituzioni e neppure delle persone. L’amore dura per sempre e mantiene per sempre una sua forza, una sua efficacia, un suo valore. Noi non sappiamo come, ma il Signore lo sa e forse ci darà la grazia di scoprirlo tra non molto tempo. Concludo ricordando – sperando di non violare l’intimità di una confidenza – quello che più volte mi ha detto la Madre superiora, suor Maria Letizia, mentre si parlava nei nostri incontri del destino ormai sempre più ineluttabile della comunità della Suore Orsoline: “Sia quello che Dio vorrà”. Ma che cosa vuole il Signore? Il nostro bene, la nostra salvezza. Vuole amarci e che a nostra volta amiamo. Lo fa, al di là di quello che vediamo, anche nell’avvenimento che oggi un po’ mestamente ricordiamo. Ma se è così, in questo pomeriggio deve comunque prevalere il ringraziamento. Un ringraziamento nonostante tutto pieno di gioia e di serenità. Un grazie alle Madri Orsoline e un grazie soprattutto al Signore perché tutto concorre al bene di coloro che sono amati da Lui e amano in suo nome, come hanno fatto le Suore. E l’amore, lo sappiamo, dura per sempre”.
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