L’impegno dei cattolici di ieri e di oggi

È in distribuzione il numero 73 della rivista goriziana “Iniziativa Isontina” curata dal Centro studi A.Rizzatti. Una quarantina di pagine per esprimere valutazioni e pensieri sulle tematiche della vita del “goriziano”. Ricordiamo il sommario. In specifico, sotto il punto di osservazione del “territorio”, quattro informazioni: troviamo l’impegno dei cattolici nel goriziano, ieri oggi e domani; che ne sarà dl capoluogo?; make heritage fun! Aquileia, esperienza glocale. Il numero ricorda e commenta alcuni “eventi” quali la consegna del premio Ilario e Taziano, una conferenza su Maria Teresa, l’anno giubilare a Monfalcone.Invece la rubrica Testimoni” offre ai lettori – con le parole di Papa Francesco- l’omaggio del pontefice a due preti italiani, don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani: una visita che costituisce una sottolineatura del ruolo che il presbiterio italiano ha svolto a servizio della chiesa e della società.Un’eco degli avvenimenti accaduti in Franca con le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica e dei riverberi in Europa, offre un osservatorio qualificato per leggere la politica. Ai problemi del lavoro – privilegiando la situazione dell’ILVA di Genova – viene offerta una opportuna informazione che illumina il significato del lavoro, la presenza dei sindacati, il rapporto tra tecnologia e questione sociale, tra bene comune e capitale.La pagina della cultura è illustrata da una recensione scritta dal prof. Sergio Tavano che commenta la recente mostra allestita nella sede della Fondazione della Cassa di risparmio su “Goriziani esuli nella grande guerra”. Concludono il numero la rubrica dei ritrattI dedicati al prof. Vittorio Peri e al senatore Nereo Battello. Infine la recensione di “Enrico De Calice – un diplomatico goriziano tra sol levante e il Corno d’Oro” a cura di Federico Vidic. L’editoriale del direttore, invece, traccia un bilancio delle celebrazioni del centenario della grande guerra, auspicando alcuni segni e gesti di verità e di pace: in altre parole auspicando una rivisitazione del linguaggio guerresco, del viario belligerante e soprattutto un gesto di amicizia e di fraternità, oltre di giustizia, verso i sessanta e più sacerdoti della diocesi internati, insieme anche ad altri, dalle autorità italiane nel corso della grande guerra.