Inaugurata la cappella dell’Imperatore Carlo

Era palpabile a Villesse, nel giorno dell’inaugurazione, annunciata anche dalle campane, la soddisfazione della comunità intera, per aver realizzato un progetto che non aveva alcun richiamo nostalgico, ma rappresentava solamente il desiderio di raccogliere e tramandare ai posteri, i valori di una memoria storica, culturale, etica e religiosa, maturata in un periodo particolarmente importante e significativo per il paese. E’ quanto è stato più volte ribadito a Villesse, nel corso della due giorni di conferenze e incontri informativi, culminata con l’inaugurazione, a ridosso dell’argine sinistro del torrente Torre, alla periferia di Villesse, della nuova cappella votiva dedicata allo scampato pericolo dell’imperatore Carlo I d’Asburgo, che cento anni prima, dopo Caporetto, il 10 novembre 1917, si era miracolosamente salvato dall’annegamento, mentre a bordo della sua automobile stava guadando il corso d’acqua. In segno di ringraziamento, la famiglia imperiale fece allora innalzare una cappella votiva dedicata al Sacro Cuore di Gesù, che poi andò distrutta col ritorno dell’Italia e che ora è stata ricostruita nello stesso punto a cura del locale gruppo di ricerca storica e promozione culturale “I Blaudins”, con la collaborazione e il sostegno del Comune di Villesse e della BCC di Staranzano e Villesse. Una soddisfazione così espressa da Moreno Weffort, presidente dei “Blaudins”: “Sono passati 100 anni. Non si possono negare le nostre origini. Questa è la nostra storia. Grazie di cuore a tutti coloro che in questi due giorni ricchi di eventi, mi hanno aiutato per realizzare questo mio sogno, condiviso con i miei soci, con i miei concittadini e con tantissime persone cosi sensibili al nostro progetto. Che dire ancora, grazie ancora grazie a tutti voi”. L’iniziativa, nel giorno precedente l’inaugurazione, era stata presentata nella sala civica con una conferenza del professor Ferruccio Tassin, dal titolo “L’imperatore Carlo I nella Contea di Gorizia, dopo Caporetto”, seguita dall’intervento di don Valter Milocco, che ha parlato di Carlo I beatificato, quindi Moreno Weffort ha illustrato le fasi della ricerca e della ricostruzione della cappella votiva. Il giorno dopo, la cerimonia ufficiale di riconsegna della cappella alla comunità di Villesse, ha preso il via con la celebrazione, nella chiesa parrocchiale di San Rocco, della messa solenne concelebrata e presieduta dal segretario della Pia Unione di Preghiera-Gebtsliga, padre Marian Gruber di Vienna. Il rito, seguito da molti fedeli, è stato accompagnato dai canti eseguiti dal coro Città di Gradisca, diretto dal maestro Luca Perissini, che ha intonato anche il Te Deum e l’inno popolare austriaco “Serbi Dio l’Austriaco Regno”. Nel corso della messa è stata pure incensata la reliquia del Beato Carlo I d’Asburgo, mentre al termine del rito religioso si è formato un lungo corteo, preceduto dal gruppo Storico Musicale “Blechbläserquintet IR97, che ha intonato i suoi brani su un calesse trainata da un cavallo. Il corteo ha raggiunto il luogo, distante quasi due chilometri dalla chiesa, in cui è stata innalzata la cappella. Dopo la benedizione impartita da don Milocco, ha preso la parola Moreno Wefford, che ha messo in evidenza gli obiettivi del suo gruppo, ricordando pure l’eccidio dei “fascinars”, del maggio 1915, quando a Villesse entrarono  i soldati italiani, fucilando diversi villessini ritenendoli dei cospiratori contro l’Italia.Dopo di lui sono intervenuti il sindaco di Villesse, Claudio Deffendi, il professor Tassin, Paolo Petiziol presidente di Mitteleuropa e Franco Stacul per gli Amici della Croce Nera austriaca, che hanno ricordato la figura e l’opera di Carlo I per poi elogiare quanti si sono prodigati per relaizzare questo progetto, mentre Mara Montanar, dei “Blaudins”, ha chiuso la cerimonia leggendo la poesia “Il salice”, scritta per ricordare quello a cui si aggrappò Carlo I, salvandosi dalle acque del torrente Torre.