Agli organari Zanin il “San Rocco”
17 Novembre 2017
Il Centro per le Tradizioni di Borgo San Rocco ha destinato il 44mo “Premio San Rocco” alla storica azienda organaria “Zanin” che opera ininterrottamente da sette generazioni nel campo della costruzione e del restauro degli organi. Nella città di Gorizia e nel Goriziano ha lavorato per decenni e, soprattutto dopo il primo conflitto mondiale, realizzò lo splendido organo della chiesa di San Rocco nonché gli enormi organi della Cattedrale e di Sant’Ignazio. Il Premio verrà consegnato domenica 19 novembre al termine della Santa messa presieduta dal parroco monsignor Ruggero Dipiazza.
L’azienda “Zanin” ha un primato è la più antica d’Italia ancora in piena attività, con oltre venti dipendenti, e le ultime tre generazioni a confronto Gustavo il patriarca, Francesco il figlio e Carlo il nipote. Venne fondata nel 1823 da Valentino Zanin e iscritta alla Camera di Commercio di Udine nel 1827. L’azienda, a conduzione familiare, ha saputo mantenere fede al proprio iniziale impegno, tramandato da padre in figlio, l’arte e la passione per la musica così da arrivare alla settima generazione consecutiva: Valentino, Giuseppe, Beniamino, Francesco I, Gustavo, Francesco II e Carlo. Legata alla tradizione classica organaria, già da diversi decenni è attiva nel campo del restauro degli strumenti antichi, e tra questi, di alcuni tra i più prestigiosi in Italia e all’estero, come l’organo della Cattedrale di Salisburgo dove suonava Wolfgang Amadeus Mozart.L’organo è lo strumento principe della liturgia cattolica e non solo, ha affascinato intere generazioni di musicisti e il suono di questa macchina meccanica dalle mille forme e dimensioni è stata un mezzo per avvicinare l’uomo a Dio. Racconta Gustavo, classe 1930 e neo dottore “honoris causa” in Storia dell’arte e conservazione dei beni storico artistici dell’Università degli Studi di Udine: “l’organo è l’unico strumento in cui il suono può prolungarsi in continuo, senza necessità di interruzioni, diventando un fenomeno quasi ipnotico, in grado di favorire concentrazione e preghiera. Noi trasformiamo il legno e il metallo non in finestre o tubi, ma per ottenere canne che eleveranno gli animi verso il grande mistero”. Gustavo Zanin è nato a bottega, a sei anni era già aiutante del padre Francesco per le accordature. Il suo compito iniziale era quello di tenere premuta una nota della tastiera mentre il padre regolava l’emissione dell’aria per ottenere un suono pulito e armonico. Poi, nel corso degli anni, si è diplomato in materie tecniche e ha studiato pianoforte al Conservatorio di Udine con la professoressa Marcotti. A sedici anni il primo incontro con il Borgo di San Rocco, come racconta lo stesso Gustavo: “era il 1946, la guerra finita da poco, e venimmo richiesti dal parroco di allora per un intervento sull’organo di San Rocco che mio padre finì di realizzare nel 1940. Eravamo io e mio cugino, giovani e sprovveduti, ma già capaci tecnicamente. Il nostro primo incontro con San Rocco fu per pochi giorni ma le buone donne del rione ci nutrivano ogni giorno con le verze, mio cugino quando si avvicinava l’ora del pranzo mi diceva: chissà cosa ci sarà oggi di buono? Verze! – rispondevo!”La fabbrica di organi sorge a Codroipo vicino al Cimitero “perché cercavo pace e silenzio, non è possibile fare questo lavoro in zone industriali dove passano di continuo automezzi e dove non c’è la giusta concentrazione e questo lo ho capito già a vent’anni!”. Il legno del cipresso “eleva lo spirito” è molto pregiato e viene usato per varie parti dell’organo. I committenti sono stati vescovi e parroci, negli anni Settanta l’azienda subì una profonda crisi anche a causa della mancanza di fondi da parte delle chiese e delle modifiche liturgiche post conciliari, l’organo infatti iniziava a perdere la sua funzione che aveva avuto per secoli e si affacciavano altri strumenti e nuove musicalità. Ma Gustavo seppe portare fuori da quel momento complicato la sua bottega studiando l’elettronica e cominciò a progettare e a fabbricare organi elettronici che imitavano perfettamente quelli meccanici. Ne presentò uno alla Fiera di Milano, camuffato con canne e decori classici e nessuno capì di avere di fronte un falso e i committenti cominciarono a farsi avanti anche perché il costo era decisamente inferiore a quello di organo meccanico a canne. L’azienda, sotto la guida di Gustavo Zanin, ha costruito e restaurato più di quattrocento organi e il restauro in molti casi è molto più impegnativo della fabbricazione ex novo. L’elenco degli organi sui quali la bottega ha operato è notevole sia per quantità sai per i luoghi di prestigio: Salisburgo Cattedrale, Monza Cattedrale, Spilimbergo Duomo di S. Maria Maggiore, Spalato Cattedrale, Dubrovnik Cattedrale, Hiroshima Università femminile, Principato di Monaco chiesa di S. Devota, Milano basilica di San Babila, Ginevra chiesa della SS. Trinità, Trani cattedrale, Bolzano chiesa di S. Domenico; Conservatori di Trieste, Udine, Rovigo, Adria, Como, L’Aquila, Frosinone, Avellino, Novara, Benevento, Salerno, Monopoli, Foggia, Napoli, Salisburgo, Trossingen, Kopenhagen, Helsinki; opere di restauro a Treviso chiesa di Santa Maria dei Battuti, Alassio chiesa Collegiata di S. Ambrogio, Palermo chiesa di S. Domenico, Napoli chiesa del Gesù nuovo, Valvasone Duomo SS. Corpo di Cristo, Montepulciano Concattedrale, Siena chiesa di S. Agostino, Siena chiesa di S. Martino, Venezia chiesa di S. Giorgio maggiore, Venezia basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, Chioggia cattedrale, Forlì cattedrale, Roma basilica di S. Eustachio, Cortona chiesa di s. Maria nuova, Montona chiesa parrocchiale, Bologna chiesa di S. Procolo.Da sottolineare, nella secolare storia della bottega Zanin, il grande lavoro di ricostruzione nelle chiese del Goriziano dopo il primo conflitto mondiale, infatti gli organi di Beniamino e Francesco resistono ancora oggi e sono dei manufatti di straordinaria raffinatezza. A Gorizia città, la chiesa Cattedrale, la chiesa di S. Ignazio e la chiesa di San Rocco posseggono degli organi di grande importanza, realizzati dalla bottega artigiana tra gli anni 1929 e 1940 e sono degli organi romantici, con struttura pneumatica, adatti per il canto corale: sono degli strumenti realizzati con sapienza antica, ideati per la contemplazione, per portare lo spirito ad elevarsi e aiutano, con la loro voce, a ricercare i misteri dell’Altissimo.
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