Scoprire ed apprezzare la fede con l’arte

Scoprire ed apprezzare la fede, le tradizioni religiose, i legami con i “luoghi sacri” attraverso l’espressione dell’arte, dell’architettura, della scelta degli ambienti per l’incontro delle comunità.Sabato 18 novembre un bel gruppo di catechisti della diocesi e un gruppetto di giovani ’animatori’ della parrocchia del Redentore hanno risposto all’invito dell’ufficio Catechistico di fare questa esperienza visitando la chiesa di San Marco Evangelista nel Villaggio del Pescatore, San Giovanni in Tuba e la chiesa di San Giovanni Battista posta sulle pendici del Carso sopra le risorgive del Timavo.La parrocchiale di San Marco Evangelista, attraverso le spiegazioni di Barbara Tomat, ha manifestato la propria origine nella volontà della popolazione del Villaggio, formata da famiglie esuli dall’Istria dopo la seconda guerra mondiale, di avere una chiesa nella quale esprimere la propria fede mantenendo forte il legame con la terra di origine ed i suoi santi. Frutto della tenace opera del parroco don Arnaldo Greco e consacrata dall’arcivescovo Bommarco nel 1990, mostra sulle pareti disegnate da Luciano Bartoli temi di una catechesi che abbraccia l’annuncio dell’angelo a Maria sulla parete dietro l’altare, il giudizio sugli uomini attraverso le opere di misericordia posto sulla parete sopra l’ingresso e il percorso di una fede che parte da Aquileia, passa per la cattedrale di Gorizia e ricorda la ’baracca’ in cui si riuniva la comunità del Villaggio fino alla costruzione della nuova chiesa. Ogni famiglia che aveva collaborato ad edificare la chiesa aveva un luogo di origine che viene ricordato nelle vetrate disegnate da Antonio Klouda di Praga. Ci sono i santi ed i martiri della terra istriana con gli stemmi comunali delle località lasciate partendo per l’esilio. Muri, colori, vetrate che a un visitatore attento e avvertito parlano di una fede di un popolo che ha dovuto abbandonare le proprie case, ma ha fatto maturare quelle radici in una nuova comunità.Con Mauro Sette, il gruppo si è spostato alle risorgive del Timavo e alla chiesa di San Giovanni in Tuba. Una località alla quale fin dall’antichità è riconosciuto un forte fascino spirituale. Un ambiente in cui da sotto le rocce del Carso emerge copiosa l’acqua che arriva alla luce dopo un suo misterioso percorso sotterraneo. Se i romani della vicina Aquileia ne avevano valorizzato la sacralità, le comunità cristiane hanno percepito il luogo come richiamo al Battesimo, espressione dell’accettazione della fede. Dedicata a San Giovanni Battista proprio per questo legame con l’acqua battesimale, attraverso gli scavi che mostrano il cambiamento e l’ingrandirsi del luogo di culto, si è percepito il ruolo che questa località, soprattutto nel periodo medievale ma anche oltre, ha avuto come punto di attrazione spirituale per i popoli vicini, latini e slavi. Anche le piccole curiosità hanno un significato: alcune piccole lettere in caratteri glagolitici graffiate sulla parete alla sinistra dell’altare, danno conto della visita di pellegrini venuti dal mondo slavo che utilizzava questa grafia pre-cirillica. In questo luogo, il gruppo dei catechisti con fra Luigi Bertiè si è soffermato a fare “memoria del Battesimo”. Suggestivo il luogo che dava respiro di antica origine ad una fede che deve incarnarsi nell’oggi.Subito dopo, accompagnati da Olga Tavcar, i partecipanti sono saliti alla Chiesa di San Giovanni Battista che, pur un po’ lontana da Duino ne è la chiesa parrocchiale. Anche questa chiesa ha una sua storia da raccontare a cominciare dal luogo in cui è stata edificata nel 1932: sulla linea di un fronte tra i più bagnati di sangue dei soldati della prima guerra mondiale. Una chiesa per chiedere di amare la pace, voluta perché le distruzioni belliche non avevano risparmiato l’edificio della sottostante chiesa di San Giovanni in Tuba. Una chiesa che offre insegnamento attraverso le opere dell’artista August Cernigoj.Sulla parete accanto all’altare si indica l’attività e la pacifica convivenza delle popolazioni dei luoghi che da lì si vedono: dalle fabbriche di Monfalcone ai pescatori delle foci del Timavo. Il gruppo dei catechisti ha concluso qui il suo ’pellegrinaggio’ tra storia e fede, auspicando che un percorso così possa essere scelto anche da altri gruppi alla scoperta delle tappe storiche della nostra spiritualità e vita cristiana.