Vescovi Nordest a Cavallino: riflessione sull’essere vescovi oggi, incontro con l’Agesci e scuole paritarie

“Abbiamo desiderato vivere quest’appuntamento – hanno affermato – ripensando alla nostra identità e al nostro ministero di Vescovi, a partire dall’esperienza personale e concreta di ciascuno di noi, per aiutarci a comprendere meglio e insieme le sfide che incontriamo e sperimentiamo ogni giorno. È stato un continuo raccontarsi, mettendoci tutti davanti alle nostre responsabilità episcopali, con le proprie esperienze, e dicendo ognuno agli altri confratelli come cerchiamo di vivere la nostra umanità e la nostra fede, il servizio pastorale che ci è stato affidato e come ci poniamo di fronte alla realtà ecclesiale e al mondo”. 

Gli interventi personali di chi è alla guida delle Diocesi del Nordest – e i vari momenti di dialogo – hanno, di volta in volta, toccato diversi aspetti: l’umanità della persona del Vescovo, la sua fede e vita spirituale, il modo di tradurre concretamente il compito di essere “padre” e “pastore” in mezzo al popolo, il rapporto del Vescovo con i sacerdoti, la concreta attuazione della comunione e collegialità del ministero episcopale. Filo conduttore è stata l’esigenza di comprendere meglio come il Vescovo, per il suo ministero e nella sua persona, sia oggi chiamato ad annunciare il Vangelo in un contesto di profondi cambiamenti e che desta molti interrogativi.

Nella prima parte della “due giorni” i Vescovi hanno ascoltato l’intervento e la testimonianza di alcune persone significative che hanno raccontato, a loro volta, come il Vescovo è percepito oggi e che cosa da lui ci si aspetta nel mondo ecclesiale e nella società. Hanno partecipato a questa sessione dei lavori il giornalista di Avvenire Umberto Folena che ha evidenziato come il Vescovo sia spesso oggetto di richieste pressanti ma contraddittorie tra loro o sia spesso “classificato” e sottoposto ad etichette fuorvianti, il monaco camaldolese e sociologo Giovanni Dalpiaz che ha cercato di raccogliere impressioni e diverse modalità di “riconoscimento” che riguardano il Vescovo e che arrivano da parte dei giovani e dei preti in un mix di vicinanza e lontananza, e infine la prof.ssa Pina De Simone – docente di etica, filosofia delle religioni e teologia – che ha sottolineato il carattere di “unicità” che appartiene ad ogni Vescovo soffermandosi poi sull’esigenza, non sempre bene espressa sia da chi è dentro la realtà ecclesiale sia da chi rimane “sulla soglia”, che il Vescovo sia soprattutto “un padre e un maestro”.

A conclusione della due giorni il Presidente della Cet Francesco Moraglia ha dichiarato che “le molte riflessioni emerse hanno delineato un profilo spirituale molto ricco e articolato del Vescovo che cerca di vivere bene il suo ministero episcopale a servizio di questo territorio. Abbiamo anche individuato alcune modalità di maggiore condivisione, dialogo e preghiera comune tra noi Vescovi del Triveneto e che già nelle prossime occasioni d’incontro contiamo di realizzare per accentuare il nostro cammino di fraternità e collegialità episcopale”.

A margine dei lavori, la sera dell’8 gennaio, i Vescovi hanno incontrato i responsabili di zona e gli assistenti ecclesiastici (nazionale e  regionali) dell’Agesci di Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia; l’associazione può contare oggi – in queste tre regioni – su 31.000 aderenti nelle varie fasce d’età (di cui oltre 5.400 capi), suddivisi in 300 gruppi. Si è evidenziata l’importanza della presenza dell’assistente ecclesiastico nella vita dell’associazione e i responsabili dell’Agesci hanno, quindi, espresso l’auspicio che ogni comunità capi possa avere sempre un sacerdote di riferimento; hanno poi chiesto ai Vescovi di essere aiutati a “guardare avanti” ed essere sostenuti nel loro cammino educativo, formativo e di discernimento – ispirato dall’antropologia cristiana -, in fedeltà al patto associativo e sempre più inseriti nella vita della comunità ecclesiale. 

Nel corso della successiva riunione della Cet i Vescovi del Triveneto hanno definito sorprendente e incomprensibile il taglio avvenuto, a livello nazionale, ai fondi per le scuole paritarie; ciò rappresenta un oggettivo e grave danno alle famiglie e alle comunità locali soprattutto di questo territorio al quale le scuole paritarie offrono e garantiscono un servizio educativo e sociale da sempre molto apprezzato, un valore storicamente riconosciuto e che rappresenta un notevole sgravio alle spese dello Stato. Il mancato finanziamento porterà inevitabili ripercussioni sulle rette e, quindi, incrementi di spesa per molte famiglie di queste regioni. Auspicano, pertanto, che una soluzione ragionevole e adeguata si possa ancora trovare, a loro esclusivo e pieno sostegno. I Vescovi del Veneto auspicano, inoltre, che la Regione Veneto confermi quantomeno il livello di fondi per le paritarie previsto nel 2016. 

Parecchi Vescovi, infine, hanno già confermato la loro adesione e presenza alla prossima veglia, in programma giovedì 8 febbraio 2018 a Verona, in occasione della quarta Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di essere umani (in memoria di Santa Bakhita) che avrà per tema “Migrazione senza tratta. Sì alla libertà, no alla schiavitù”.