L’Italia, un Paese fatto di paesi

Un’idea nuova d’Italia, quella della tipicità, della distintività e della prossimità a misura d’uomo, che lega il suo futuro sviluppo a ciò che la rende unica. Per la prima volta un provvedimento legislativo sancisce l’importanza dei piccoli Comuni che sono sotto la soglia dei 5.000 abitanti, una parte rilevane e vasta del nostro Paese. È il messaggio che arriva dalla legge “salva borghi” approvata recentemente dal Parlamento italiano, che aiuterà il nostro Paese a investire sui territori e sulle comunità che vi abitano, coniugando agricoltura, storia, cultura, per valorizzare il turismo, la riqualificazione dei centri storici e la tutela dell’ambiente. Piccoli comuni e piccole realtà caratterizzate da una forte coesione e identità sociale, che mantengono un paesaggio agricolo e naturale di rara bellezza, e che si contraddistinguono per una mutualità di ampio respiro. Dietro questa iniziativa legislativa c’è una traccia di lavoro forte, concreta, attiva, un’opportunità imperdibile per promuovere lavoro e sviluppo. Un cambiamento di marcia importante nella direzione che vuol frenare l’impoverimento del tessuto sociale ed economico delle nostre valli, colline e montagne, e che rilancia risorse, potenzialità di tante piccole comunità e centri minori per troppo tempo ai margini, penalizzati da una logica soltanto economica e numerica. Da questa dinamica misura legislativa, emerge il riconoscimento del ruolo sociale, culturale ed economico dei piccoli Comuni per la loro unicità e specificità, che vivono in condizioni sfavorevoli e in contesti difficili con alti costi umani e sociali. Questo testo legislativo poi, mira a creare le condizioni perché le persone non siano obbligate ad emigrare, ma possano continuare a vivere dignitosamente nei luoghi dove sono nate, e dove è garantita una qualità della vita che le città non possono assicurare. Terreni dormienti o abbandonati, edifici fatiscenti, centri storici in stato di abbandono, inadeguatezza o mancanza di servizi, dissesti idrogeologici, trovano in questa norma una prima risposta, in una visione aperta al futuro, che viene in aiuto alle esigenze di “un’Italia minore” che non vuole essere dimenticata e abbandonata a se stessa. La qualità umana e relazionale custodita dalle comunità che vivono nei piccoli borghi, di origini antichissime, è terreno previlegiato per un investimento sul patrimonio inestimabile dei nostri paesi con le loro chiese, piazze, fortezze e monumenti, che sono unici per il loro intreccio di tradizioni, paesaggi, storia, arte, sapori, folklore.