Sergio Tavano: una vita per la cultura
14 Marzo 2018
“Con Vienna e con Venezia: l’arte a Gorizia “. Questo il titolo del corposo contributo di Sergio Tavano che nel volume Venezia Vienna pubblicato nel 1983 a Milano dalla casa editrice Electa, ha indicato nei due poli di Vienna e di Venezia i punti di riferimento e i parametri stessi della storia artistica e culturale di Gorizia. Non c’è stato studioso, in questi ultimi cinquant’anni, che abbia saputo meglio definire le peculiarità della cultura goriziana, una cultura mitteleuropea figlia della variegata, complessa, travagliata storia che nel secondo millennio ha fortemente caratterizzato la città e il suo territorio. Ha scritto Leonardo Sciascia ad un amico: “Tu mi hai giudicato prima ancora di conoscermi, e i pre-giudizi sono i più difficili da estirpare”. Convinto che anche nei confronti di Gorizia numerosi siano stati i pre-giudizi, e che la città sia ancoro oggi poco conosciuta dagli stessi “vicini di casa”, Tavano si è sempre adoperato perché a Gorizia spettasse il giusto ruolo nel panorama storico-culturale non solo italiano ma europeo. Studioso di vaglia, docente universitario, storico dell’arte e dell’archeologia (e non solo) Tavano ha alternato scritti di alta scientificità, destinati agli addetti ai lavori, ad altri più decisamente divulgativi, pur se tenuti sempre su un piano di estrema correttezza storica e mai banali. I suoi numerosi, aggiornati ed intelligenti scritti, così come i convegni promossi, le conferenze tenute in ogni dove, le lezioni universitarie, hanno non poco giovato alla crescita degli studi intorno ad Aquileia, Grado, Gorizia ed al Friuli in generale, ma altrettanto consistente è stato il numero degli scritti riservati alla storia ed alla cultura artistica più recente, del Goriziano in ispecie, ma anche del resto della regione e delle vicine repubbliche di Austria e Slovenia. Perché Tavano ha una cultura ampia ed allargata, che gli deriva dall’incessante lettura di libri, saggi e articoli non necessariamente dedicati all’arte e all’archeologia, e non solo di studiosi italiani, ma anche austriaci e sloveni: libri, articoli e saggi da lui portati a conoscenza di un vasto pubblico attraverso rigorose recensioni che, non essendo mera ed elogiativa analisi del testo, in virtù del meditato intervento su quanto letto, finiscono per apportare nuovi contributi all’argomento. In questo contesto si situa anche, nel 2007, la cura dell’edizione in lingua italiana del Der Dom von Aquileia, l’eccezionale volume che Karl von Lancoronski aveva dedicato nel 1906 alla Basilica di Aquileia.Numerosissime le pubblicazioni di Sergio Tavano: da L’immagine di Gorizia (1974), Il castello di Gorizia e il suo borgo (1978), Gorizia e il mondo di ieri (1991), Medioevo Goriziano (1994), pietre miliari per entrare nello spirito della città e affrontare i rapporti intercorsi tra Gorizia e l’Austria da una parte e Venezia dall’altra, alle guide storico-artistiche di Gorizia, Aquileia e Grado, ai saggi ed ai volumi dedicati all’arte paleocristiana ed al Patriarcato di Aquileia. Basterà ricordare il volume Il Tesoro di Aquileia del 1992, il catalogo della grande mostra Patriarchi del 1992, di cui è stato curatore scientifico ed il Convegno internazionale di studio, da lui promosso nel 1999, Aquileia e il suo Patriarcato: in tale occasione ha fornito, sulla base di inconfutabili documenti, una lettura allargata del potere esercitato in Europa dal Patriarcato di Aquileia, ben diversa da quella riduttiva che ancor oggi viene acriticamente sostenuta da alcuni studiosi friulani.
Vero intellettuale mitteleuropeo – di Marco Plesnicar
I novant’anni sono un bel traguardo, soprattutto se ci si arriva con lo spirito e la prontezza fisica del prof. Sergio Tavano. A festeggiarlo, i parenti devoti e gli amici – nel numero includiamo, perché no, anche quelli “andati avanti” – assieme a tutte le persone, di ogni età ed estrazione, che hanno incrociato i loro sentieri con il suo. Ben conscio dell’impossibilità di ricapitolare, in poche righe, gli esiti di una tanto proficua vicenda umana e scientifica, desidero ricordare alcuni momenti ed alcune figure che hanno accompagnato Sergio Tavano. Terzo figlio di Felicita e Silvio – gli altri fratelli, tra cui don Luigi, sacerdote e storico diocesano, si chiamavano Margherita, Mario e Giuseppina – nasce nella Gorizia del 1928, da dieci anni appena entrata a far parte del Regno d’Italia. Anni difficili, che sfoceranno, circa vent’anni più tardi, nella ferita che avrebbe a lungo lacerato il tessuto di questo territorio, da secoli indiviso. Ha ricevuto il dono della fede dallo zio materno, don Giovanni Cossio, custodendolo ed alimentandolo nel corso di tutta la vita. Scampato, quasi rocambolescamente, ai “quaranta giorni” del maggio/giugno 1945, l’anno successivo assieme ai fratelli è stato tra i fondatori dello scautismo cattolico goriziano.Ricorda ancora con lucidità il giorno in cui furono tracciati i nuovi confini, nel settembre 1947, proprio nel bel mezzo del suo personale pellegrinaggio alla Madonna della “Capela”, sul Colle dei castagni, a cui la famiglia Tavano è legatissima, considerata anzi, da sempre, “Una” di casa. Il trauma della rottura di quella unità secolare arricchita dal pluralismo linguistico, unito all’impulso di riscattarlo sul piano dell’impegno culturale a tutto tondo costituirà uno degli elementi portanti di tutto il suo percorso, assistito dalle premure della consorte, Lucia, figlia del grande cantore delle memorie “scomode” della gorizianità, Camillo Medeot. Sergio ha raccolto il testimone del suocero, applicandolo con acribia e scrupolo in tutti i contesti in cui ha operato, prima come docente al liceo classico di Portogruaro, dove ha vissuto dal 1957, anno delle nozze, al 1962, per poi passare all’Istituto “Enrico Fermi” di Gorizia sino ai primi anni Settanta. Nel frattempo, erano fioriti i suoi primi studi nell’ambito dell’antichità cristiana altoadriatica, sulla scia delle ricerche del prof. Mario Mirabella Roberti. Passato, in seguito, alla cattedra universitaria nell’Ateneo tergestino, ha insegnato prima storia dell’arte bizantina e, successivamente, archeologia cristiana, non senza dedicarsi all’approfondimento in campo letterario, storico ed artistico, adoperandosi senza lesinare fatiche e senza farsi scampare le opportunità di confrontare gli esiti dei propri studi con i più noti esponenti della cultura mitteleuropea. Nel decennio dei Sessanta, in tempi non sospetti, ha sostenuto con giovanile ardimento la cultura italiana nell’Istria allora jugoslava, collaborando con l’Università popolare di Trieste. È membro di accademie, deputazioni ed istituti culturali italiani, austriaci, sloveni e croati; la sua sterminata bibliografia, che supera il migliaio (più altre centinaia: l’elenco è ancora aperto) di contributi scientifici, copre un’arco amplissimo di trattazioni, tutte accomunate dal rigore del metodo, dalla critica serrata e dall’afflato etico che fa di Sergio Tavano un intellettuale mitteleuropeo, appartenente alla catena ininterrotta che lo collega con quelle preclare figure del Novecento culturale goriziano da lui tanto amate e così vigorosamente studiate (del calibro, tra gli altri, di Enrico Rocca, Ervino Pocar, Antonio Morassi). Nel giorno del compleanno in tanti hanno voluto stringersi a luim ringraziandolo di una vita spesa, fino ad oggi, a servizio della riscoperta di quei “semi di universalità” che rendono il nostro territorio aquileiese e goriziano, dall’Alpe al mare dentro quest’Europa irrequieta dalle mille culture, affatto speciale. Ad multos annos!
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