“Elisabetta d’Austria: donna, imperatrice, viaggiatrice”

Elisabetta d’Austria: donna, imperatrice, viaggiatrice”, mostra che ha aperto i battenti lo scorso 9 marzo al Museo di Santa Chiara a Gorizia, ha già registrato nei primi weekend di apertura un vero boom di visitatori, merito anche di un “punto di vista” diverso sull’imperatrice, che vuole inserirne la figura nel suo contesto storico, allargando la visuale anche alle persone che l’hanno circondata e che spesso non vengono ricordate ma che esercitarono un ruolo importante nella vita della sovrana.L’allestimento evidenzia quindi l’intreccio dei tre ruoli di Elisabetta come donna, imperatrice e viaggiatrice.L’ambientazione degli anni a Possenhofen viene ricreata attraverso litografie originali, i ritratti dei genitori ed in particolare viene sottolineata l’influenza che il padre Max esercitò sulla figlia sia dal punto di vista dell’amore per certi autori, sia per l’amore per la natura – dimensioni queste che saranno approfondite nel corso della rassegna.Il ruolo di imperatrice viene poi particolarmente evidenziato nei suoi primi anni, quando al braccio dello sposo Elisabetta inaugurò una tratta della Südbahn, allorché intraprese il viaggio in Italia, compresa la visita a Trieste e a Gorizia, conquistando con la sua bellezza e grazia anche gli animi più dubbiosi; viene anche focalizzato il ruolo nello Ausgleich con l’Ungheria e la visita a Trieste nel 1882. Rientra inoltre nel compito di imperatrice l’educazione per il figlio Rodolfo, mentre una parte rilevante riguarda la calorosa attestazione di affetto come regina di Ungheria.Il senso del viaggio per Elisabetta occupa una parte consistente della rassegna: inizialmente viaggio come fuga, poi di passione e di scoperta e infine di ritrovamento di se stessa: mai banale, ma sempre documentato e suffragato da letture appropriate. Viaggio come confronto di cultura e civiltà, viaggio alla scoperta di valori integri, viaggio in compagnia di autori del passato a lei molto cari, Shakespeare, Omero, Heine e ancora Swinburne, Carmen Sylva, Ibsen. Viaggio per mare partendo da Miramare per arrivare all’amata Corfù, dove tra la gente del popolo e nella natura mediterranea trovava lenimento alle sue pene. Viaggi vissuti anche da coloro che le stavano accanto come l’ammiraglio Oscar Cassini – legato alla Famiglia Coronini – Christomanos e altri minori, fra cui servitori triestini.Infine gli ultimi viaggi già gravati dal presentimento di morte quando, ormai consapevole del suo destino fatale, vagava spettrale. Infine l’ultimo viaggio a Ginevra e il compimento del suo destino. La tanto agognata meta era stata raggiunta attraverso il gesto dell’anarchico Luccheni.La rassegna si conclude con  alcune riflessioni sulla figura di Elisabetta, forse la figura più affascinante di una decadenza, di una rovina.La mostra è aperta ogni fine settimana fino al 10 giugno 2018 con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30. L’ingresso è gratuito. Visita guidata ogni domenica alle ore 16.30.