Una “Voce” viva, vera e vivace della Chiesa e del Popolo goriziano
18 Novembre 2014
Con la sua capacità di rimanere fedele al mandato che le era stato affidato al momento della sua fondazione – essere giornale “della Chiesa” e non giornale “di chiesa” -, dimostrandosi di essere interlocutore serio e privilegiato, una “Voce” viva, vera e vivace della Chiesa e del Popolo Goriziano: è stata questa la motivazione con cui domenica scorsa nella chiesa cittadina di San Rocco è stato assegnato a “Voce Isontina” dal locale “Centro per la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni”, l’edizione 2014 dell’omonimo Premio.La cerimonia di premiazione, alla presenza del sindaco di Gorizia Ettore Romoli e dell’arcivescovo emerito, monsignor Dino De Antoni, con gli interventi della presidente del Centro per tradizioni popolari, Laura Madriz, e dello storico Ivan Portelli, al termine della celebrazione della Giornata del Ringraziamento.In una chiesa gremita di persone, la messa è stata presieduta dall’arcivescovo emerito mons. Dino De Antoni e concelebrata dal parroco, monsignor Ruggero Dipiazza. Il rito è stato accompagnato dalla corale del borgo, diretta da Giada Piani, con all’organo Vanni Feresin: all’offertorio sono stati portati all’altare dalle signore che vestivano il tabin (abito della tradizione sanroccara) i prodotti della terra, trasportati in fino alla chiesa sulle tradizionali “burele”, i carretti di legno utilizzati nei tempi passati dai contadini e le contadine del borgo goriziano.Richiami alla preziosità della terra non sono mancati nemmeno all’interno dell’omelia dell’arcivescovo emerito, il quale ha ricordato come – sin dalla sua origine – il Creato sia stato affidato da Dio alle mani di Adamo. Siamo noi quindi i suoi custodi e non dobbiamo dimenticarci di questo importante compito che ci è stato affidato. Dovremmo forse allora ritornare qualche passo indietro, ad una coltivazione e ad un utilizzo della terra più rispettoso, come ai tempi dei nostri nonni e bisnonni, non devastandola a nostro beneficio ma curandola e comprendendone i cambiamenti. Monsignor De Antoni si è anche soffermato sulla presenza alla cerimonia di tanti giovani, il futuro di questa terra, spronandoli a non dimenticarsi delle potenzialità che questa contiene in sé e di come rappresenti sempre uno sbocco per i tempi che verranno.Nel suo intervento il prof. Portelli ha ricordato il lungo percorso della stampa di ispirazione cattolica in diocesi: un cammino iniziato ormai quasi 120 anni e che ha portato, esattamente mezzo secolo or sono, alla decisione dell’allora arcivescovo mons. Pangrazio, di far nascere una nuova testata, alla luce anche di quanto la Chiesa stava vivendo nel Concilio ecumenico Vaticano II.Il direttore Ungaro ha espresso il senso dell’essere oggi “giornale della Chiesa” sottolineando, però, anche le difficoltà economiche che interessano l’intero mondo dell’editoria (e dell’editoria cattolica in particolare) in seguito ad alcune decisioni del Governo: il rischio concreto è di assistere a breve alla chiusura di testate storiche con problemi occupazionali per centinaia di persone ma soprattutto il venire meno il pluralismo nell’informazione, elemento caretterizzante per ogni democrazia.Al termine della celebrazione e della premiazione, tutti quanti hanno potuto festeggiare insieme il Ringraziamento negli spazi della Comunità Incontro, con un momento conviviale e di intrattenimento che ha visto la partecipazione di grandi e piccoli, sanroccari e non.
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