L’altra faccia della luna
24 Novembre 2014
Non posso iniziare a parlare da queste colonne della Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici cui aderiscono 189 testate diocesane, senza prima fare gli auguri a Voce Isontina. E gli auguri sono quelli di tutta la grande famiglia dei periodici che la compongono. Una schiera di persone e di volti ben distinti. Un popolo, potremmo dire, che tutti i giorni si adopera nel difficile campo dei mass media, proprio come fa questo giornale che mi ospita.Al direttore Mauro Ungaro, ai suoi che con lui contribuiscono in modo diverso a mettere insieme questo “foglio” e a tutti i lettori gli auguri più sinceri. Proseguite sulla strada che da 50 anni portate avanti con entusiasmo e professionalità, per raccontare il territorio, l’Italia e il mondo alla luce del Vangelo.Per noi è una gioia venire a Gorizia a festeggiare con voi un anniversario così importante, non per compiacerci del passato, ma per guardare al futuro, all’Europa e ai suoi confini. Una sfida ogni giorno diversa che ora si gioca anche su Internet, un nuovo luogo da abitare.Ma la Fisc cos’è e cosa fa, si starà chiedendo chi ha avuto l’ardire di iniziare a leggere questo pezzo. Fu uno dei primi frutti nati dallo spirito del Concilio Vaticano II. Nel novembre del 1966 i fondatori furono subito ricevuti da papa Paolo VI che volle in questo modo così tangibile fare sentire l’affetto e la vicinanza a quel drappello di coraggiosi, laici e preti, che si misero assieme. Un’intuizione a cui noi ancora oggi dobbiamo tantissimo. A quei pionieri siamo immensamente grati perché già alloracompresero che ogni giornale diocesano non poteva rimanere da solo. Il rischio dell’isolamento, dell’autoreferenzialità e del sentirsi uno contro tutti era davvero alto. In molti casi, quei direttori erano visti come qualcuno col pallino dell’informazione. Ma a cosa serviva un giornale di informazione? La stessa domanda, in forme variegate, viene posta anche oggi. Inoltre, a cosa serviva la Fisc? Tre erano gli obiettivi per la Federazione. Tre rimangono anche oggi: mettere in circolo esperienze, idee, formazione culturale. Fare opinione pubblica nella Chiesa e nel Paese. Tre piste di lavoro impegnative che mantengono tutto il loro valore per noi che portiamo avanti questa storia contrassegnata da gente di assoluto valore morale e rigore giornalistico.A prima vista potrebbero apparire obiettivi banali, ma nella realtà non lo sono per nulla. A chi è impegnato tutti i giorni sul territorio non viene facile alzare lo sguardo sulle vicende nazionali e internazionali. Non risulta neppure semplice guardare a ciò che accade nel territorio vicino. La Fisc ha sempre favorito lo scambio delle esperienze, mettendo a vantaggio di chi era più indietro quanto realizzato da chi aveva già fatto quel tratto di strada. Per non parlare della formazione, da sempre rivolta anche verso i giovani. I nostri giornali hanno le porte aperte a chi si vuole cimentare con la professione giornalistica: non si contano i nomi di personaggi famosi che hanno avviato i loro primi passi nelle redazioni dei giornali diocesani.E poi l’opinione pubblica, nel Paese e nella Chiesa, cercando di portare il punto di vista della provincia italiana, delle periferie diremmo oggi, alla maniera di papa Francesco. Noi raccontiamo le storie di chi non ha voce. Diamo spazio a quelle vicende di ordinaria straordinarietà tanto care a papa Giovanni Paolo II di cui sono ricche le nostre diocesi, ma che rimarrebbero nell’assoluto nel silenzio se non ci fossero questi settimanali di informazione a volte snobbati anche all’interno della comunità ecclesiale.Insieme cerchiamo di portare una parola diversa, fuori dal coro dei soliti noti che propongono un’informazione omologata. Raccontiamo l’altra faccia della luna, come abbiamo ribadito anche nella recente assemblea nazionale elettiva del novembre scorso. Da sempre usciamo dalle nostre redazioni per andare incontro anche a chi non condivide la stessa esperienza cristiana. Cerchiamo di essere avamposti nella missione della Chiesa per favorire un autentico dialogo fra posizioni diverse, tutti accomunati dalla passione per la ricerca della verità, quella Verità che ci viene incontro e ci rende liberi.”Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri”, ricorda papa Francesco al n. 264 dell’esortazione apostolica Evangelii Guadium. Quello che abbiamo visto e udito, lo annunciamo dalle nostre colonne. Non dobbiamo perderci in prediche, ma con responsabilità e passione siamo chiamati narrare, da giornalisti, del vero, del bello e del buono fatto Persona, ponendoci come compagni di viaggio di chi vive le nostre città e i nostri paesi.
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