Il Signore viene nell’ora migliore per ciascuno di noi
25 Luglio 2018
Don Dario Franco e don Flavio Zanetti sono da pochi giorni rientrati dalla Costa d’Avorio, dove si erano recati per i funerali di don Guy Roger, il giovane sacerdote che, per alcuni anni, ha svolto il suo servizio presso la parrocchia di Cervignano e che improvvisamente ci ha lasciati a causa di un drammatico incidente d’auto. In questa testimonianza “a quattro mani” i due sacerdoti ci hanno riportato la loro esperienza in Africa, ma anche i tanti ricordi che Guy ha lasciato nei loro cuori e in quelli di tutti i suoi amici e parrocchiani.
Guy ispirava simpatia, naturalmente, per il suo sorriso, la sua discrezione, il suo fare scherzoso e l’assenza di critica o di lamentele. Da una parte stava bene da solo e trascorreva anche intere giornate in camera a studiare o leggere, dall’altra stava volentieri con le persone, soprattutto con gli anziani con i quali scherzava e ai quali trasmetteva la sua giovialità.Era un giovane prete felice di esserlo, che aspettava con impazienza di rientrare nella sua diocesi per mettere al servizio della sua Chiesa d’origine la ricchezza delle sue esperienze e convinzioni. Amava le cose fatte bene.Tutti sono stati fortemente colpiti dalla sua improvvisa e tragica fine. L’africano, ancor più di noi, non accetta la casualità delle cose, soprattutto per una morte così incredibile e sono così circolate le voci più strane, che preferisco non riportare, su chi o cosa sia stato a produrre l’incidente mortale.Ad ogni modo, per celebrare le esequie nel modo migliore, hanno aspettato tre settimane prima dei funerali e la Diocesi di Yamoussoukro ha preso in mano l’organizzazione, d’intesa con la parrocchia e la sua famiglia naturale. Hanno ben organizzato una Veglia di preghiera la sera precedente i funerali, alloggiato e nutrito tutti gli ospiti.Erano presenti al funerale tre vescovi, quasi duecento preti e una folla incalcolabile di fedeli, che per arrivare a M’Batto hanno affrontato le difficoltà di un viaggio spesso disagevole e lungo. Quasi tutte le parrocchie della diocesi si sono autotassate per dare la loro partecipazione anche finanziaria per dei funerali così impegnativi, anche dal punto di vista organizzativo.La celebrazione dei funerali è stata vissuta con molta compostezza e sostenuta dai canti della corale agni e francese, che non avevano niente di lugubre ed esprimevano comunque la lode e il ringraziamento al Signore per averci dato don Guy Roger. Presiedeva il vescovo Yao Kouadio che aveva inviato agli studi don Guy e che da poco è diventato vescovo di Daloa. Con lui monsignor Touably Youlo, vescovo di Agboville e attuale amministratore apostolico di Yamoussoukro, e quello di Abengourou. L’omelia è stata tenuta da un suo compagno di classe, mentre a me (don Dario n.d.r) è stato affidato l’incarico della benedizione della tomba e delle preghiere conclusive.Imperscrutabili sono i piani di Dio, quindi non possiamo farci suoi interpreti e ancor meno suoi giudici. Io cito sempre in casi simili la frase scritta sulla tomba di don Valeriano, morto in un incidente stradale alle porte di Gorizia 50 anni fa: “il Signore viene nell’ora migliore per ciascuno di noi”. I 9 anni di sacerdozio, di cui 6 in patria e 3 qui da noi in Italia, sono il tempo concesso dal Signore a Guy per compiere la sua missione sulla terra, lasciando una bella testimonianza sacerdotale piena di freschezza e vitalità.Guy diceva che noi non sappiamo quanto tempo ciascuno di noi ha davanti a sé, per cui il tempo che abbiamo bisogna viverlo in pienezza, facendo la cosa migliore in ogni istante.Un pensiero infine alle nostre comunità sorelle, che abbiamo rivisto in questi giorni. Esse risentono ancora molto della passata guerra civile, dell’attuale instabilità politica del Paese e della debolezza economica. Sono però molto vivaci dal punto di vista ecclesiale, stanno davvero crescendo e maturando pur in mezzo a tante difficoltà e contraddizioni. Parlare di progetti sarebbe troppo lungo, richiamiamo solo qualche aspetto prioritario nell’azione pastorale della Chiesa ivoriana: continuare e rinnovare la prima evangelizzazione e la catechesi, consolidare l’organizzazione delle comunità cristiane e delle comunità ecclesiali di base, promuovere la formazione e l’elevazione culturale e spirituale dei fedeli, dotarsi delle strutture necessarie alla vita e ai servizi di una comunità cristiana.Si tenga conto che nel 1985 (quando don Dario arrivò in Costa d’Avorio) nel territorio delle attuali diocesi di Bouaké e Yamoussoukro c’erano una sessantina di preti, quasi tutti missionari e i locali erano cinque; oggi, nel medesimo territorio, i preti diocesani sono quasi 130. E’ chiaro dove la Chiesa evolve e dove soffia lo Spirito.
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