Gorizia fra le nuvole
22 Gennaio 2019
Un itinerario attraverso due città, tre monti ed una storia lunga millenni presentato in poco più di 130 pagine ricche di scrittura e di immagini: questo è “Gorizia fra le nuvole”, il volume in cui testi di Andrea Bellavite accompagnano le fotografie di Massimo Crivellari edito dalla Libreria editrice goriziana.Una pubblicazione che vuole essere innanzitutto un omaggio a Gorizia ed ai suoi abitanti. Cinque le tappe di un percorso da gustare una prima volta con la lettura (magari comodamente seduti nella poltrona di casa) ma che poi va provato “sul terreno”, passo dopo passo: si parte dal municipio di Gorizia alla volta della Castagnavizza (Kostanjevica) per proseguire poi verso il San Gabriele (±kabrjel) e affrontare la salita al Monte Santo (Sveta Gora) e di lì raggiungere il Sabotino (Sabotin), punto di partenza per la ridiscesa verso la città.Anche quando si allontana dalla vista, Gorizia rimane sempre presente al centro del percorso a ricordare che, insieme al suo fiume Isonzo, ha rappresentato per secoli il punto di convergenza per le popolazioni delle terre che ad essa guardavano come luogo di riferimento e di unità: ciascuna arricchendola – come affluenti di un fiume che cresce sempre di più dalla sorgente al mare – con la propria lingua, la propria storia, la propria cultura, la propria fede. I testi di Bellavite accompagnano il lettore nelle strade e nelle piazze, lungo le strade che arrancano verso le vette aspre dei monti o le sommità lievi delle colline, nelle trincee o nei campi che costeggiano il fiume; gli permettono – attraverso una proposta ragionata di testi – risentire le voci e ripensare ai pensieri dei protagonisti di un passato che non è mai solo ieri ma è quotidiano oggi. E così il pellegrino o il turista inizia a comprendere quello che passa dinanzi ai suoi occhi ma soprattutto quello che una terra ed ai suoi abitanti hanno vissuto nel corso dei secoli e vivono oggi. Le splendide immagini di Crivellari – impreziosite se possibile ancora maggiormente dalla scelta di affidarsi unicamente alla ricchezza cromatica del bianco e nero – fanno riscoprire sotto una luce diversa angoli della città e del suo circondario anche a chi quegli stessi luoghi li ha osservati (senza coglierne l’anima) magari per decenni. Le foto aprono le porte dei palazzi, schiudono le ante delle finestre, aiutano a penetrare il fitto dei boschi: sono immagini che raccontano la vita quotidiana di un mondo da cui sono (a prima vista) completamente assenti le persone.Un mondo apparentemente inanimato ma che ciascuno – anche proprio per questo – può cogliere come proprio appropriandosene.In fondo è questa l’anima di Gorizia: appartiene a tutti – nessuno escluso – tanto che a nessun goriziano che sappia cosa significhi essere tale è permesso dire “è solo mia” o tantomeno “non è tua”.
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