Don Mario Marega, tra memorie storiche e radici culturali
4 Settembre 2019
La figura di don Mario Marega (1902-1978), un missionario goriziano che passò più di quarant’anni della sua vita in Giappone, ha ricevuto negli ultimi anni straordinaria attenzione da parte dei media giapponesi e di altre parti del mondo, in seguito alla recente scoperta, nella Biblioteca Vaticana, della sua imponente collezione di documenti amministrativi che testimoniano il sistema di controllo dei discendenti dei cristiani in quella terra dal XVII and XIX secolo. Questo ritrovamento ha portato a una rivalutazione definitiva dell’intera sua opera, mentre i dettagli della sua biografia costituiscono uno specchio interessante dell’epoca in cui visse, a cavallo delle due guerre e poi del secondo dopoguerra. Il soggiorno di don Marega in Giappone è iniziato alla fine del 1929, più o meno novanta anni da oggi. In occasione di questo anniversario, la sua opera sarà ricordata a Gorizia e Mossa in due giornate, il 5 e il 7 settembre, con interventi e testimonianze personali che tracceranno un quadro delle sue attività e del suo contributo alla conoscenza del Giappone. L’atmosfera del primo periodo della attività di don Marega sarà evocata con l’aiuto musicale di una composizione di monsignor Vincenzo Cimatti, che fu a capo della missione salesiana e lo incoraggiò fin dall’inizio nelle sue ricerche storiche. Passando dall’epoca all’individuo, testimoni diretti e indiretti ricorderanno il personaggio, nella memoria di chi lo ha conosciuto e attraverso la proiezione di un documentario con sottotitoli in italiano realizzato da un giovane regista giapponese, già trasmesso su un canale nazionale. Infine, don Marega stesso parlerà, a Mossa, sotto forma di immagini, attraverso uno straordinario documento autobiografico trovato insieme alla sua collezione di documenti: una storia della sua vita a fumetti che arriva al 1945. Qui, con la sottile arte dell’autoironia, ci restituisce le sensazioni personali di un missionario e la storia della prima metà del Novecento come fossero cose di ieri, illustrando la sua nascita friulana, i primi passi e le prime punizioni sotto il ritratto vigile dell’imperatore Francesco Giuseppe, l’arrivo in Giappone con i suoi confratelli, le prime gite per visitare luoghi famosi. Nel contesto delle due giornate, particolare attenzione sarà rivolta quindi ai legami con la comunità locale, sia nella sua terra di origine, alla quale rimase legato attraverso la corrispondenza con i familiari, che in quella di adozione, cioè la regione del Giappone nell’isola meridionale del Kyushu a cui, nei primi due decenni di permanenza, dedicò apostolato missionario e sforzo intellettuale nello studio delle testimonianze della prima trasmissione del cristianesimo parecchi secoli prima. Sulla sua attività di studioso e collezionista getteranno luce alcuni brevi interventi di specialisti italiani e giapponesi. Mario Marega, infatti, fu anche un’instancabile interprete della cultura tradizionale giapponese vista attraverso la lente del suo tempo per il pubblico italiano. Sua è la prima traduzione completa del Kojiki, (pubblicata da Laterza nel 1938 dietro interessamento di Benedetto Croce), il più antico testo di mitologia e storia del Giappone. A questa si accompagnò la traduzione del Chushingura, un testo teatrale che illustra la storia romantica di fedeltà feudale di 47 samurai che attraverso una vendetta coltivata per anni restituirono l’onore perduto dal loro signore, una storia resa popolare nel teatro Kabuki soprattutto. Tra le collezioni che gli hanno dato notorietà, infine, quella di testi illustrati antichi del 700 e 800 trasmette la sua sensibilità alle immagini e alla illustrazione, che si evince non solo dalla sua biografia illustrata ma anche dalle fotografie conservate presso la Biblioteca Pubblica del Seminario Teologico Centrale di Gorizia, ove è custodito il suo ricco epistolario familiare.Tra i precursori della missione salesiana, installatasi in Giappone dalla seconda metà degli anni ’20 del ’900, don Marega ci dà testimonianza di un opera missionaria che si declina anche conoscenza delle culture e del trasferimento di questo patrimonio da una regione del mondo a un’altra. Ma con la ferma consapevolezza delle proprie radici gorizianamente pluriculturali.
Giovedì 5Giovedì 5 settembre, alle ore 18, in Palazzo De Grazia a Gorizia si terrà il convegno dal titolo “Quaranta anni nel Paese del Sol Levante (1929-1974)”. Dopo i saluti delle autorità, l’introduzione sarà affidata a Silvio Vita (University of Foreign Studies e Italian School of East Asian Studies) che parlerà di “Don Mario Marega testimone di un’epoca”; seguirà la proposta in un concerto pianistico di Hiromi Arai della composizione “Trittico dell’Impero” di don Vincenzo Cimatti (1870-1965) – che fu superiore ed amico di don Marega composta in occasione dei 2600 anni dell’Impero del Giappone, nel 1940 – e di “Sakura Sakura” di Hiraj Kozabura.Seguirà la presentazione di un documentario su don Marega su “La collezione Marega: documenti al di là del tempo” con sottotitoli in italiano, alla presenza del regista Kido Köichi.Il professor Sergio Tavano e l’ing. Giovanni Medeot si soffermeranno quindi su “Mario Marega nella testimonianza dei familiari”.
Sabato 7Sabato 7 settembre, alle ore 18, nella parrocchiale di S. Andrea Apostolo a Mossa verrà celebrata una santa messa solenne a suffragio del salesiano. In precedenza verrà apposta una targa bilingue (italiano e giapponese) sulla facciata della casa natale di don Mario.Al termine della messa, nella sala don Giovanni Bosco, l’incontro in memoria di don Marega si aprirà con il saluto delle autorità seguito dalla presentazione della sua autobiografia illustrata da parte del prof. Silvio Vita mentre di “Don Marega e la società locale: Oita negli anni ’30 e ’40” parlerà il prof. Yuji Otsu (dell’Oita Prefecture Ancient Sages Historical Archives). Il prof. Ryo Yugami (della Gakushuin University di don Tokyo) presenterà, invece, “Il Fondo Marega della Biblioteca Vaticana: che cosa raccontano i documenti raccolti da don Marega).
Anima della manifestazione è stato il direttore dell’Archivio di Stato di Gorizia, dott. Marco Plesnicar.Tutte le iniziative sono organizzate dall’Istituto di Storia sociale e religiosa di Gorizia, dal Research Institutes for the Humanities del Giappone e dalla Scuola Superiore di studi sull’Asia orientale di Kyoto con il contributo della Cassa Rurale del Friuli Venezia Giulia e dell’Arcidiocesi di Gorizia. Hanno prestato la loro collaborazione i comuni di Gorizia e Mossa, l’Ente regionale per il Patrimonio culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Archivio di Stato di Gorizia, il nostro settimanale Voce Isontina, la Biblioteca del Seminario Teologico centrale, le parrocchie di Mossa e Lucinico; la manifestazione gode inoltre del patrocinio dell’Istituto Giapponese di cultura di Roma, della Pontificia Università salesiana, dell’Oita Prefecture Ancient Sages Historical Archives, della Società Filologica Friulana, dell’Associazione cultuirale “Lucinis”.
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