L’antisemitismo si combatte con la conoscenza

Da qualche tempo, in forma anonima o attraverso le reti informatiche, si stanno nuovamente manifestando i germi dell’antisemitismo, cioè dell’avversione e dell’ostilità verso gli ebrei. Il fenomeno è preoccupante e le sue conseguenze non vanno per nulla sottovalutate, come se la ragione si stesse nuovamente addormentando e non volesse ricordare l’infamia delle leggi razziali che vennero introdotte anche in Italia dal Governo Mussolini nel 1938. Ultimamente la cronaca ha riferito di offese all’onorevole ebrea Liliana Segre, nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, solo per il fatto che qualche Comune ha inteso onorarla conferendole la cittadinanza onoraria; ovvero dell’imbrattamento di lapidi dedicate alla memoria di ebrei vittime del Nazismo o anche della profanazione di tombe nei cimiteri ebraici. Genera sconcerto il vedere in qualche corteo la presenza di svastiche, che erano il simbolo dei movimenti razzisti antisemiti tedeschi a partire dal primo Novecento e condannati dalla Storia e da ogni coscienza democratica.L’ACLI di Perteole ha quindi inteso organizzare una serata di illustrazione e di sensibilizzazione sull’argomento ricordando la lunga storia delle persecuzioni contro gli Ebrei e, come archetipo di tante sofferenze, la figura del medico ebreo dottor Leo Levi. La Presidente dell’Associazione, professoressa Liliana Macchione, ha introdotto l’argomento e ha presentato i relatori: il professor Odorico Serena. e il dottor Paolo Moratti. Compito del professor Serena è stato quello di ricordare sinteticamente la lunga storia delle persecuzioni e delle intolleranze verso gli Ebrei per prendere poi in esame  le più importanti leggi razziali emanate nel 1938. Quindi ha concluso citando la parte della Dichiarazione Conciliare Nostra aetate , laddove si sostiene che “se le autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo”, con i quali, anzi vanno raccomandati il fraterno dialogo e la stima. A sua volta il dottor Moratti ha illustrato la personalità e la straordinaria vita del dottor Levi. Nato a Modena nel 1906, laureatosi in Medicina e Chirurgia, vinse nel 1938 il concorso come Ufficiale Sanitario del Comune di Cividale. Tuttavia, a causa delle leggi razziali approvate nell’autunno del 1938, fu dimesso dal ruolo, per cui si dedicò alla libera professione. Era unanimemente considerato come il miglior Medico della città e il più caritatevole per cui era conosciuto come il medico dei poveri.  Nel 1944, mentre svolgeva la sua  funzione, una pattuglia delle S.S. giunse per arrestarlo, ma ebbe la prontezza di nascondersi dietro un battente del portone d’ingresso e, quindi, non venne scoperto. Sfuggito alla cattura, con l’aiuto dell’Arciprete di Cividale che lo stimava e la collaborazione del Parroco di Sanguarzo trovò accoglienza nella frazione di Purgessimo dove continuò a svolgere il suo lavoro, mentre di notte soggiornava nella cella cimiteriale del paese. Aderì quindi alla Resistenza arruolandosi come volontario con il nome di battaglia “Galeno”: fu quindi il responsabile della sezione sanità nella Brigata Buozzi della Divisione Garibaldi – Natisone e salvò molte vite, né mancò mai di curare anche i feriti e gli ammalati della Divisione Partigiana Osoppo. Dopo la battaglia con la quale le truppe tedesche soppressero la Zona libera del Friuli Orientale, trovò riparo oltre l’Isonzo nel dicembre del 1944, proseguendo nella sua preziosa opera. Con la liberazione, rientrò a Cividale, ma non fu reintegrato nel posto di Ufficiale sanitario. Riprese quindi la sua professione con la consueta competenza e anche con atti di generosità, ma gli sforzi eccessivi cui si era sottoposto nel periodo della Resistenza ne avevano compromesso la salute, per cui morì prematuramente a causa di uno scompenso cardiaco nel 1948.                             Con un breve intervento,il Parroco don Giampietro Facchinetti, ha infine illustrato la posizione ufficiale della Chiesa.All’incontro dell’ACLI erano presenti il sindaco, Lenarduzzi, che  ha sottolineato l’importanza della trasmissione della memoria storica alle nuove generazioni attraverso la scuola, e il Presidente dell’ANPI Bernardino Sganghero.