“Con Maria, pellegrini di speranza!”

Il Santo Padre, in data 9 maggio 2024, ha pubblicato la Bolla “Spes non confundit” – “La Speranza non delude”, con la quale indice l’Anno Santo Ordinario universale per il 2025. Anno Santo che avrà nelle quattro basiliche maggiori in Roma il suo punto principale di convergenza. Le bolle papali sono riconosciute non tanto dalla […]

21 Ottobre 2024

Il Santo Padre, in data 9 maggio 2024, ha pubblicato la Bolla “Spes non confundit” – “La Speranza non delude”, con la quale indice l’Anno Santo Ordinario universale per il 2025. Anno Santo che avrà nelle quattro basiliche maggiori in Roma il suo punto principale di convergenza.
Le bolle papali sono riconosciute non tanto dalla data di pubblicazione, quanto dalle parole con le quali il testo scritto si apre. In questo caso esse riportano le prime tre parole del versetto 5, 5 della lettera di Paolo ai Romani: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Che senso ha una tale affermazione? Cosa intende Paolo affermando che la Speranza non delude? La lettera ai Romani è profondamente legata alla lettera ai Galati ed entrambe affrontano il tema della “giustificazione” ovvero la “salvezza”, affermando nettamente che la salvezza viene dal Cristo e non dall’osservanza della Legge mosaica. La Speranza non delude perché l’oggetto della Speranza è radicata in Dio e nel suo amore per l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio stesso.
Mi piace osservare come il verbo usato nella stesura latina della lettera ai Romani (Confundo, is, confudi, confusum, confundere Tr. 3) si possa tradurre in italiano con il verbo disorientare. In effetti – perdonatemi questa digressione – il verbo in questione era usato per indicare il gesto di “versare insieme”, “mescolare” due liquidi. L’atto del mescolare rendeva scarsamente individuabile il primo liquido dal secondo o anche dal terzo. Ecco il disorientamento e quindi l’incapacità di riconoscere il liquido più importante. La Speranza, perché radicata in Dio, riconosce perfettamente ciò che viene da Dio e ciò che da Dio non viene, in poche parole il vero dal falso.
Nel Vecchio Testamento, attraverso i profeti, Dio ha formato il suo Popolo nella speranza della salvezza, nell’attesa di una Alleanza nuova ed eterna destinata a tutti gli uomini e che sarà inscritta nei cuori (Ger 31, 31-34; Eb 10,16). Una pedagogia divina che continua ancora oggi nei confronti del Popolo della nuova Alleanza, una pedagogia che si ripete nel cuore e nella mente di ogni battezzato. In un tempo in cui i messaggi sono molteplici e spesso contraddittori – uno contrario all’altro – il pericolo di non distinguere il “vero dal falso” è altamente reale. Ecco spiegato il senso del verbo latino “confundere” ovvero “disorientare”. La Speranza – che diventa Virtù Teologale – riconosce la Verità e la rende nota alla coscienza. Sarà l’alleanza tra la Ragione e la Fede a evidenziare l’opera della Speranza.
Il tema proposto per il prossimo Anno Santo rivela la positiva intuizione di papa Joseph Aloisius Ratzinger, che ebbe ad evidenziare l’enorme confusione presente nel campo culturale ove lo stesso concetto di “Verità” era ed è stato ripudiato per consentire una relatività che, come diceva, appunto, papa Benedetto XVI, si è trasformata in “dittatura … della relatività”. La Speranza non delude per il semplice fatto che distingue tra sapori e odori presenti sul mercato culturale, evidenziando il sapore e l’odore stessi di Dio stesso che si “fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi!”.
In questo contesto anche il Santuario di Lourdes ha reso noto il tema pastorale per tutti coloro che si recano in pellegrinaggio alla Grotta di Massabielle. Esso si sintetizza nelle brevi parole: “Con Maria, pellegrini di speranza!”. Sarà cura delle associazioni e dei movimenti che organizzeranno una presenza a Lourdes di preparare su questo tema i pellegrini ed i volontari. Certamente il recarsi alla città mariana non sostituirà il pellegrinaggio giubilare a Roma, ma certamente i due momenti si intrecceranno tra loro dando a quello romano un taglio decisamente cristologico, in quanto Cristo stesso si è definito “Porta delle pecore” e fondamento della nostra redenzione, e quello a Lourdes avrà senz’altro un taglio mariano ricordando, però, che Maria è “Ianua caeli” – “Porta del cielo” e che è attraverso Maria che si giunge al Cristo fondamento della Speranza che non delude.

mons. Arnaldo Greco, assistente Unitalsi Sottosezione di Gorizia


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