I Goriziani
I Cittadini di Gorizia, probabilmente come quelli di tutte le città di provincia, vivono un dualismo netto tra chi vive e respira costantemente la propria quotidianità nella “confort zone” della città e chi si contamina culturalmente andando oltre, anche fuori Regione o Nazione. Questa separazione non è causale perché i secondi non vengono proiettati all’esterno […]
27 Giugno 2024
I Cittadini di Gorizia, probabilmente come quelli di tutte le città di provincia, vivono un dualismo netto tra chi vive e respira costantemente la propria quotidianità nella “confort zone” della città e chi si contamina culturalmente andando oltre, anche fuori Regione o Nazione.
Questa separazione non è causale perché i secondi non vengono proiettati all’esterno (solo) da una forza che li attrae ma principalmente da una loro spinta interiore che si traduce in un bisogno di conoscere, esplorare e soprattutto gareggiare con genti e situazioni nuove.
Chi pratica la conoscenza, l’apertura e il confronto, si allena nella palestra delle nuove sfide, prende coraggio, accresce la creatività, misura e consapevolezza. Un po’ come la barchetta che esce dal porto: se è vero che incontrerà il mare mosso è anche vero che è lì che potrà davvero dirsi capace di navigare.
A questo si aggiunga la determinazione, il bisogno di esserci, di farcela, di chi sente la vita provinciale come un limite ai propri sogni ma ciò nonostante non molla, non perde tempo a lamentarsi ma persevera pazientemente non sentendosi inferiore a chi è naturalmente avvantaggiato crescendo nei grandi poli imprenditoriali e culturali (tra le ristrettissime lobby).
Così, quasi ai più impercettibilmente, dei Goriziani sono diventati, dopo anni di lavoro e sfide vinte, delle premiate e riconosciute eccellenze.
Siete certi di conoscerli o è sempre valido il detto “Nemo propheta in patria”?
Solo alcuni esempi: il Presidente Tiziano Palumbo ed i suoi giocatori della Dinamo Gorizia ASD, gli avvocati giuslavoristi Giulio Mosetti e Daniele Compagnone, il Presidente della Federazione Italiana dei settimanali cattolici Mauro Ungaro, l’imprenditrice cinematografica Antonella Perrucci con i registi Cristian Natoli, Matteo Oleotto e Ivan Gergolet, l’attrice già parte del film premio Oscar “La grande bellezza” Anita Kravos, il rapper Fabio Giuann Shadai Gentile, gli architetti e professori dell’Università di Trieste Luigi di Dato e Claudio Meninno, la Contessa Carolina Lantieri, la chef ed imprenditrice Chiara Canzonieri, l’attivissima Presidente degli avvocati di Gorizia esperta di diritto familiare Lucia Galletta (e mi permetto di inserirmi anche io in questa lunga lista per il ruolo di unica Goriziana nominata Autority regionale a controllo e promozione della parità). Sono tutti Goriziani e ognuno, nella propria attività, un’oggettiva eccellenza. (E la lista non è finita qui, basti allargare lo zoom e si scorgono dai vicini paesi Marco Girardo, di Ronchi dei Legionari, direttore de l’Avvenire, Lorenzo Colugnati di Capriva del Friuli, apprezzatissimo montatore di cinema, e tanti altri ancora).
Averne consapevolezza è tassello fondamentale per riconoscere l’identità cittadina: se fino agli anni 2000 Gorizia doveva la sua ricchezza (non solo economica ma anche sociale) ad una sterminata presenza di piccole imprese e commercianti impegnati nel transfrontaliero da dogana, dalla caduta del confine vi è stato un mantra diffuso in cerca di una nuova vocazione cittadina. Una ricerca stolta, come del pesce che cerca il mare, perché la vocazione non è figlia di scelte a tavolino ma di riconoscimento di fatto dalle proprie risorse e fra queste anche di quelle umane come le eccellenze che, proprio come le imprese, sono capaci di generare ricchezza.
Se da un canto infatti la lettura europea di Gorizia-NovaGorica come città unica ha risvegliato ambizioni e ridato valore ad angoli cittadini da troppo dimenticati, perché non volgere lo sguardo anche verso le tante personalità di spicco goriziane? E non per tributarne medaglie solitarie, ma per metterle “a sistema” nell’interesse della collettività.
Qualcuno, fra loro, ha già compreso l’enorme potenziale del fare rete e così la scorsa settimana la città ha brindato la nascita di BorGo Cinema: un crocevia creativo promosso da quattro importanti presenze culturali (Palazzo del Cinema, Cross border Film School, Kinoatelje, èStoria), un’esperienza che può essere replicata anche nell’indotto sportivo, universitario, storico, giuridico, comunicativo-mediatico.
Questi Goriziani speciali lo hanno sempre saputo che, per emergere, non dovevano sentirsi secondi a nessuno. L’avrà capito anche la città di Gorizia?
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