II^ domenica di Avvento
Il commento al Vangelo di domenica 6 dicembre 2015
4 Dicembre 2015
Gesù non è una storiella da raccontare ai bambini per tenerli buoni… Non è una favola che si trasmette di generazione in generazione… Luca, la nostra guida spirituale in questo tempo di grazia, lo dice chiaramente… Dentro una storia precisa, Dio si manifesta, scende attraverso la parola del Battista. Niente, ci dice Luca, è frutto di invenzione. Proprio in “quel” tempo, proprio quando i “capi” erano “quelle” persone, identificabili storicamente, la Parola di Dio entra nella storia di un uomo che stava nel deserto, luogo lontano dai rumori delle città e dai giochi di potere.In altre parole: la Storia di Dio si sovrappone alla piccola e violenta storia degli uomini e la trasfigura. Nessuno di noi conoscerebbe Erode se non avesse ucciso il Battista. Non conosciamo gli imperatori di Roma ma conosciamo il procuratore Pilato che viene nominato ogni domenica nella professione di Fede (non per la sua audacia politica e militare, ma per aver ucciso un rabbi itinerante della Galilea).E noi, a che storia vogliamo appartenere? Le energie, i sogni, l’audacia che mettiamo per chi o cosa la mettiamo? Per la fragile storia degli uomini? O per quella di Dio?Inc questo contesto emerge la figura di Giovanni il Battista. Dentro una storica precisa, invita tutti a togliere gli ostacoli dal sentiero della vita affinché il Signore possa arrivare diritto al cuore.Ecco allora la parola chiave di questa settimana: preparazione! È giunto il tempo di prepararsi ad accogliere Dio dentro la nostra storia. Sentieri,burroni, monti colli tutto deve essere spianato perché Dio entri nella nostra vita.Un biblista, Fernando Armellini (Ascoltarti è una festa. Le letture domenicali spiegate alla comunità – Anno C, Edizioni Messaggero, Padova 2012, p. 30) ci aiuta ad identificare gli impedimenti che precludono la salvezza. I monti e i colli rappresentano «la superbia, l’alterigia, l’arroganza di chi vuole imporsi, dominare sugli altri», ma anche quelle situazioni in cui «regna lo spirito competitivo», «si cerca in tutti i modi di sopraffare gli altri», «si accettano le caste»… Gli abissi da riempire possono consistere nelle «scandalose disuguaglianze economiche denunciate dai profeti», nella crescita inverosimile di certe concentrazioni di ricchezza e nel progressivo depauperamento della maggioranza, nei guadagni sfacciati di chi approfitta della situazione di crisi per dettare condizioni capestro. I passi tortuosi, in fine, sono le astuzie, le scelte insensate, le giustificazioni che fanno da puntello a vere e proprie ingiustizie. La conversione richiesta da Giovanni è radicale e comporta l’eliminazione di tutte queste barriere e di questi dislivelli. Prepararsi al Natale significa scorgere quali luoghi del nostro cuore debbano essere “sanati”. Come stiamo preparando il cuore in questo tempo di Avvento?Ma non basta. L’invito di Giovanni il Battista chiede, anche, di impegnarsi affinché “ogni uomo” veda la salvezza di Dio. Nel nostro piccolo, vuol dire creare le condizioni e le occasioni perché ad ogni persona venga portato l’annuncio di salvezza; significa impegnarsi perché le nostre Comunità siano luoghi in cui si racconta con la testimonianza la bellezza della Fede in Gesù.Nel Pane che spezziamo possiamo trovare la forza per conferire il cuore. Chiediamo la grazia e la forza per convertire il cuore. Non quello degli altri; non quello del mondo. Ma il nostro cuore. Il resto verrà da solo. Vieni Signore Gesù.
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