III^ domenica di Quaresima
Il vangelo di domenica 8 marzo 2015
6 Marzo 2015
A partire dal vangelo di questa domenica, viene adombrato quell’evento che sta al culmine della Quaresima: la morte e la risurrezione di Gesù. Nelle parole di Gesù ci viene annunciato che non più un’istituzione umana (tempio) sarà il luogo dell’incontro tra Dio e gli uomini, ma il suo corpo risorto e glorificato. Ancora una volta, è l’evangelista Giovanni a sostituirsi a Marco, in questo tratto percorso che è l’Anno Liturgico. La pagina del Vangelo che ascoltiamo in questa domenica ci presenta il Messia che si reca al tempio, insieme ai suoi discepoli, in preparazione della grande festa della Pasqua ebraica. Di fronte a quel mercato c’è una reazione istintiva e viene messa in atto una provocazione liberatoria. Il gesto del Maestro coglie tutti di sorpresa e perfino le autorità religiose e politiche del tempo, che intervengono per riportare l’ordine ed il rispetto del luogo sacro, si sentono accusate di falsità e incoerenza. Perché Gesù compie questo gesto? È in gioco ciò che più sta a cuore a Gesù: il rapporto con Dio. Questa relazione, che costituisce l’asse portante della nostra vita, corre il pericolo di essere inquinata, attraversata da un terribile equivoco.I traffici che avvengono nel tempio deturpano il luogo designato all’incontro con Dio, fanno credere che anche Dio, in fondo, sia in vendita e che basti qualche ricca offerta per ammansirlo e tirarlo dalla propria parte. I traffici nel Tempio di Gerusalemme diventano attuali quando l’uomo moderno riduce il sacro ad una bottega in cui ognuno si serve, a piacimento, secondo i suoi gusti, una sorta di super market della Fede, legato alle opinioni ed alle emozioni di ciascuno…La pagina del Vangelo di questa terza tappa della Quaresima ci chiede di fare, più che mai, la verità dentro la nostra esistenza. Le tentazioni, nella relazione di Fede, possono essere due… La prima: una Fede fai da te, dove il centro non è Dio ma sono io; tutto ruota intorno in funzione di me, delle mie esigenze per cui “prendo” solo ciò che penso sia giusto. È la tentazione moderna di un sincretismo religioso viscido che supportato da una cultura individualistica ci induce a ridurre la Fede in Gesù ad una “cosa privata”.La seconda: leggere la relazione con Dio come un baratto moderno… Qui, però, sta la novità cristiana: Dio non è in vendita; il suo amore, la sua grazia, non sono il risultato di una transazione commerciale. Chi si illude di poterlo in qualche modo “comperare” si sbaglia del tutto. E si nega, di fatto, l’accesso a Lui, al suo volto autentico, si interdice un’esperienza vitale di luce e di pace, che costituisce il tesoro prezioso della nostra esistenza.Abbiamo bisogno di essere sconquassati dentro il nostro cuore! C’è bisogno di rimettersi in ascolto della Parola di Dio, di pensare e pregare, di convertirsi, di riconoscere le deviazioni, di chiedere perdono e rialzarsi, di creare attorno a noi un clima di sincerità ed autenticità, di solidarietà e collaborazione. Tutto questo può essere vissuto quando ci ritroviamo nel “Tempio” per celebrare quel “memoriale” che Gesù stesso ci ha consegnato come segno concreto e visibile di una ritrovata riconciliazione e comunione con il Signore e con i fratelli di tutto il mondo.
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