La bellezza ed i rimpianti

Tempo addietro affrontai il tema della bellezza che, con gli anni, naturalmente si sciupa e come questo processo, ineditamente dilatato dall’occhio severo dei social, colpisca più duramente le donne che, a dispetto degli uomini, quasi mai vengono rivalutate nel loro ingrigirsi. Chi è nata poi negli anni ’60, ’70 o ’80 del secolo scorso, ai […]

7 Novembre 2024

Tempo addietro affrontai il tema della bellezza che, con gli anni, naturalmente si sciupa e come questo processo, ineditamente dilatato dall’occhio severo
dei social, colpisca più duramente le donne che, a dispetto degli uomini, quasi mai vengono rivalutate nel loro ingrigirsi.
Chi è nata poi negli anni ’60, ’70 o ’80 del secolo scorso, ai tempi cioè dell’analogico, si ritrova l’infelice primato di essere la prima a mostrare fotograficamente il suo declino fisico tallonata da una ressa di giovani ventenni, natìe del digitale, che sprizzano freschezza da ogni poro.
Sia chiaro, invecchiare non è certo una novità e anzi, in molti casi è addirittura un lusso, però chi dice di non interessarsene mente soprattutto oggigiorno dove la bellezza è oggettivamente una moneta che paga.
Messe a confronto due donne in vari casi personali e professionali, la più bella è risultata facilitata, solitamente più serena e con maggiore autostima come se la bellezza fosse un merito riconosciuto dalla società e non solo un’accidentale combinazione del DNA.
Nell’invecchiare il contrappasso e se la bellezza è stata l’unica o la prevalente portata del servizio poi, dopo i quarant’anni e avvicinandosi ai cinquanta, la tavola resta via via sguarnita con solo briciole di rimpianti.
La bellezza estetica certo è un dono ma guai a confonderla con la sostanza.
Guai cioè ad identificarsi e farsi identificare solo in quello.
Si finirebbe per essere impietosamente puniti non solo dallo sguardo reale degli altri ma addirittura di quello virtuale social di chi sbircia per valutarci.
Da dono a inganno è un attimo dunque, dove l’unico vero antidoto all’invecchiamento non è la chirurgia estetica, la medicina o i filtri (pena diventare delle maschere irreali), ma il riconoscersi e farsi riconoscere in altri contenuti.
Garbo, eleganza, cultura, empatia, altruismo, solidarietà: l’animo umano è un contenitore che può essere riempito di magnifici altri doni tanti dei quali abbisognano di tempo e dedizione per essere seminati e sviluppati.
Il migliore investimento che non regala giovenizza eterna, ovviamente, ma una presenza e un appeal solido e costante se non addirittura
crescente.
Prevalente anche rispetto ai social che, così facendo, restano e resteranno (come è giusto che sia) giochino estetico delle giovani generazioni.