Ogni giorno è Natale!
Ogni Natale è diverso dall’altro perché ogni Natale viene affrontato e vissuto con uno stato d’animo, un’esperienza, un ascolto diversi.
22 Dicembre 2015
Quale può essere, allora, lo scopo di questo Natale? L’obiettivo non è quello di farci sentire tutti buoni, almeno, per un giorno, ma piuttosto quello di far gustare il sapore di una buona notizia, destinata a tutti e tuttavia anche scomoda perché non coincide con le nostre attese o il nostro modo di rappresentarci Dio e di vivere la relazione con lui. Ecco, allora, che Natale non è un favore che facciamo a Cristo (ci ricordiamo di Lui, della sua nascita, del suo “compleanno”) ma una bella occasione per risvegliare in noi quella dimensione religiosa troppo spesso sopita dagli eventi di una vita frenetica. Celebrare il Natale è un momento di festa per il nostro cuore: può aiutarci a ridare speranza e gioia, specie in quei anfratti bui della vita. Non siamo soli, Nel Bambino “avvolto in fasce che giace in una mangiatoia” Dio dimostra, dice, racconta la sua solidarietà con l’uomo, con ognuno di noi.Entriamo nel presepe. Con Luca, ancora una volta. L’evangelista nel presentare l’evento della nascita non vuole fare una cronaca dell’avvenimento, ma intende mostrare, innanzitutto, che il piano di salvezza di Dio abbraccia la storia universale: il censimento di Cesare Augusto riguarda “tutta la terra”. Al suo lettore, ieri come oggi, dà dei riferimenti temporali, storici: Gesù non è una bella favola da raccontare ai bambini o ai nonni. È un evento reale, chiaro e preciso. La Fede in Gesù è affidarsi al Dio vivo: non è una storiellina, non è un’idea ma è una persona che possiamo “sperimentare”, toccare, vivere nella nostra esistenza.Nasce a Betlemme, fuori dalla città, vicino ad un accampamento di pastori. È una scelta precisa che mostra il progetto di Dio.Entra nella storia degli uomini in modo discreto, senza attirare l’attenzione dei grandi della terra, senza i grandi preparativi che si fanno quando nasce uno di loro. Da subito Dio arriva in mezzo ai disagi, senza privilegi particolari, senza passerelle riservate. Nasce come figlio di un popolo oppresso, dominato dalla forza di Roma. Nasce proprio mentre tutti sono costretti a piegarsi alla volontà del vincitore. Eppure, quando si legge la storia a distanza di duemila anni, non si può fare a meno di osservare che è quel bambino il Signore della storia e vero vangelo è la sua nascita, non quella di Augusto. Natale ci dice che lo stile dell’Incarnazione è, da sempre, lo stile di Dio. Egli continua a visitare in questo modo l’umanità, senza sfondare le porte dell’esistenza, ma proponendo il suo amore e facendo appello alla libertà dell’uomo. Ricordiamocelo: Dio non si impone, lui si propone. La bellezza del Cristianesimo sta nella libertà che l’uomo ha difronte a Dio. Ma ci dice anche la libertà di Dio difronte all’uomo: quella di amarlo senza mettere condizioni, fino al dono di sé. È importante “alzarsi”, “andare”, “cercare e trovare” ma anche “lasciarsi cercare e trovare”. Racconta una bella storia che: “Tre giovani avevano compiuto diligentemente i loro studi alla scuola di grandi maestri. Prima di lasciarsi fecero una promessa: avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che fossero riusciti a trovare.Il primo non ebbe dubbi: partì alla ricerca di una gemma splendida ed inestimabile. Attraversò mari e deserti, salì montagne e visitò città finché non l’ebbe trovata: era la più splendida gemma che avesse mai rifulso sotto il sole.Il secondo tornò poco dopo tenendo per mano una ragazza dal volto dolce ed attraente.”Ti assicuro che non c’è nulla di più prezioso di due persone che si amano” disse.Si misero ad aspettare il terzo amico.Molti anni passarono prima che questi arrivasse. Era infatti partito alla ricerca di Dio. Aveva consultato i più celebrati maestri di tutte le contrade, ma non aveva trovato Dio.Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio.Aveva rinunciato a tutto, ma non aveva trovato Dio.Un giorno, spossato per il tanto girovagare, si abbandonò nell’erba sulla riva di un lago. Incuriosito seguì le affannate manovre di un’anatra che in mezzo ai canneti cercava i piccoli che s’erano allontanati da lei. I piccoli erano numerosi e vivaci, e sino al calar del sole l’anatra li cercava, nuotando senza posa tra le canne, finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l’ultimo dei suoi nati.Allora l’uomo sorrise e fece ritorno al paese.Quando gli amici lo rividero uno gli mostrò la gemma e l’altro la ragazza che era diventata sua moglie, poi pieni di attesa, gli chiesero: “E tu, che cos’hai trovato di prezioso? Qualcosa di magnifico, se hai impiegato tanti anni. Lo vediamo dal tuo sorriso…”.”Ho cercato Dio” rispose il terzo giovane.”E lo hai trovato?” chiesero i due, sbalorditi. “Ho scoperto che era Lui che cercava me”.Come i Pastori dei nostri presepi, possiamo, anche noi, provare una “grande gioia” pensando che il Signore vuole farsi conoscere da noi, condividendo concretamente le nostre fatiche e le nostre attese. Lasciamoci trovare. Ed ogni giorno, sarà Natale, ogni giorno!
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