Parte il progetto “e”, dove “e” sta per Europa

Prenderà il via mercoledì 26 giugno a Sankt Peter in Holz, in Carinzia, e si concluderà venerdì 30 agosto, a Trieste, il viaggio in 27 tappe lungo il Confine Orientale – tra Italia, Slovenia, Austria e Croazia – del progetto “e”, dove “e” sta per Europa. Incentrato sulla necessità di promuovere la costruzione di una […]

17 Giugno 2024

Prenderà il via mercoledì 26 giugno a Sankt Peter in Holz, in Carinzia, e si concluderà venerdì 30 agosto, a Trieste, il viaggio in 27 tappe lungo il Confine Orientale – tra Italia, Slovenia, Austria e Croazia – del progetto “e”, dove “e” sta per Europa. Incentrato sulla necessità di promuovere la costruzione di una Europa più unita, l’articolata iniziativa, che fa parte del programma ufficiale di GO!2025, ha come capofila l’associazione culturale vicino/lontano di Udine e si realizza con il supporto di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della cultura 2025 e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Ne sono partner il Centro di ricerca dell’Accademia slovena delle Scienze e delle Arti ZRC SAZU, il Centro culturale dell’Università di Klagenfurt UNIKUM, il Centro studi Nediža di San Pietro al Natisone, la Fondazione slovena Pot miru/Walk Of Peace e l’associazione culturale Bottega Errante di Udine. Vi collaborano il Centro sloveno per la Ricerca scientifica e l’Innovazione ARIS, il Centro di produzione En Knap di Lubiana, Tib Teatro di Belluno e l’Agenzia regionale per la lingua friulana ARLeF.

Le 27 tappe del viaggio, come 27 sono i paesi che fanno parte dell’Unione Europea, sono state scelte per la loro valenza storica, a volte misconosciuta. Sono luoghi simbolici, evocativi, oggi spesso al margine – o del margine – quasi sempre poco abitati. Progetto “e” intende svelarne o riscoprirne la rilevanza per la storia d’Europa, e farne punti di partenza per un rilancio del progetto europeo.

Il nucleo centrale di “e” è rappresentato dallo spettacolo “Sui sentieri per l’Europa”, che prosegue la ricerca iniziata da Mattia Cason – antropologo, regista e performer, oltre che ideatore e direttore artistico del progetto – con il precedente “Etiopjke/Le Etiopiche”, con cui ha vinto il premio Scenario 2021. La nuova pièce prende spunto dall’incontro degli attori Mattia Cason e Alessandro Conte – entrambi diplomati alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe – con Muhammad‘Abd al-Mun’im, editore, scrittore e poeta di Aleppo costretto ad abbandonare la Siria per le sue opinioni avverse al regime di Bashar al-Assad e ora rifugiato in Slovenia. Nel romanzo Ala Durūbi Awrūba (Sui sentieri per l’Europa), da cui lo spettacolo prende il nome, ha raccontato il suo drammatico viaggio fino a Ljubljana, attraverso la Turchia, l’Egeo e i Balcani. Il suo testo si intreccia e si fonde sulla scena con quello di un anonimo scrittore siriano del XV secolo, La biografia di Alessandro e ciò che in essa vi è di strano e meraviglioso, che narra le avventure, in parte storiche ma per lo più fantastiche, di Alessandro Magno, ne descrive la brama di conquista, ma anche la curiosità per l’alterità. Attraverso i linguaggi del teatro, della danza e del cinema, lo spettacolo sovrappone piani temporali diversi – l’eterno presente del mito, la storia antica, le vicende del secolo scorso e quelle contemporanee dei protagonisti – per ricordare agli spettatori la centralità delle migrazioni nella costruzione della storia europea, invitandoli ad aprirsi a loro volta alla curiosità e alla meraviglia: il primo, necessario passo per considerare le migrazioni di oggi quale chiave per costruire un’Europa più unita, più afroasiatica, più Europa, superando i concetti di Nazione e di Occidente.

Ogni tappa del progetto “e” prevede una escursione nei luoghi che fanno da scenografia simbolica allo spettacolo – guidata da storici, archeologi, forestali, operatori culturali, pescatori – e la rappresentazione di “Sui sentieri per l’Europa” nella lingua lì più diffusamente parlata: tedesco, italiano, sloveno, croato o friulano. Attori e spettatori si mettono insieme in cammino, sperimentano i luoghi del margine, coinvolgendo le comunità locali in una riflessione collettiva attorno all’idea di Europa.

Dopo la tappa iniziale di Sankt Peter in Holz, progetto “e” passerà per Pontebba, Konjska Dolina; Magdalensberg; Koprein-Petzen; Fusine Confine; Trenta; Bovec; Purgessimo; Rut; Montemaggiore; Caporetto; Monte Sabotino; Ad Pirum; Prvačina e Gradišče nad Prvačino; Visco; Gorizia e Nova Gorica; Marano Lagunare; Škocjan; Prosecco e Contovello; Bocche del Timavo e Monfalcone; Aquileia; Botazzo; Kaštel; Labin; Osòr; Trieste.

L’itinerario è stato suddiviso in cinque areali: l’area carinziana; l’alta valle dell’Isonzo; Gorizia e il Goriziano; Aquileia, la Bassa friulana e il Carso; Trieste, l’Istria e le isole. In una delle 5 o 6 tappe di ogni areale, dopo l’escursione guidata e prima dello spettacolo, il progetto prevede anche la realizzazione di un incontro volto ad approfondire, con il contributo di antropologi, storici, scrittori e studiosi, il tema cardine del margine/confine/frontiera nelle sue diverse prospettive. Interverranno il medievista e scrittore Angelo Floramo, l’antropologa Špela Ledinek Lozej e il produttore culturale e musicista Emil Krištof (a Fusine Confine, il 7 luglio); le documentariste Nadja Velušček e Anja Medved e il presidente della fondazione Pot miru Zdravko Likar (a Caporetto, il 21 luglio); il germanista, traduttore e scrittore Hans Kitzmüller, lo storico Renato Podbersiča e l’antropologa Giustina Selvelli (a Nova Gorica, il 4 agosto); il teologo e saggista Andrea Bellavite, l’antropologo Gian Paolo Gri e il giornalista e scrittore Giorgio Banchig (ad Aquileia, il 18 agosto); lo storico Egidio Ivetić e l’antropologa Roberta Altin (a Trieste, il 30 agosto). Modererà gli incontri l’illustratore, scultore, performer e scenografo Anton Špacapan Vončina,

Il viaggio di progetto “e” sarà seguito dalle antropologhe slovene Špela Ledinek Lozej e Nataša Rogelja del Centro SAZU, dall’antropologa tedesca Janine Schemmer e da un video-operatore al fine di realizzare un diario etnografico e un documentario.

In ogni tappa gli spettatori verranno invitati a condividere direttamente le proprie riflessioni in dialogo con le antropologhe, o a esprimere anche in un secondo momento il proprio punto di vista via email o attraverso i canali social del progetto, quasi a formare una ideale “costituente” di una Europa diversa.

Tutti gli appuntamenti di progetto “e” sono a partecipazione libera e gratuita. Il programma dettagliato è disponibile all’indirizzo https://eforeurope.eu/