“Sub tuum praesidium…”

Sub tuum praesidium confugimus, Santa Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera non semper. Virgo gloriosa et benedicta. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo o Vergine gloriosa e benedetta. Nel […]

23 Luglio 2024

Sub tuum praesidium confugimus,
Santa Dei Genitrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus,
sed a periculis cunctis
libera non semper.
Virgo gloriosa et benedicta.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo
o Vergine gloriosa e benedetta.

Nel 1917, ad Alessandria d’Egitto, fu scoperto un papiro in lingua greca, risalente al III secolo, riportante, pur con qualche differenza rispetto alla formula romana o a quella ambrosiana, la più antica preghiera mariana da noi conosciuta: “Sotto la tua protezione….”.
Il testo della supplica evidenzia una relazione intima con la Chiesa dei martiri e manifesta l’atteggiamento di un intero popolo che vive in uno stato di pericolo e anela alla liberazione.
Con molta probabilità essa è nata e si è strutturata nei momenti tragici delle persecuzioni dei cristiani volute dall’imperatore Valeriano (253-260) e ancora prima ordinate dall’imperatore Decio (249-251) o addirittura prima di questi due imperatori.
Il Nord Africa vede il martirio di Cipriano (258) e di molti altri cristiani e a Roma sono perseguitati papa Sisto II e il diacono Lorenzo (258). Abbiamo di fronte una preghiera antichissima nata nel pieno delle persecuzioni che manifesta una profonda e illimitata fiducia in Maria la Madre di Dio, proclamata tale dal Concilio di Efeso del 431.
Il testo definisce Maria “Praesidium – Presidio”. Il termine è squisitamente militare.
Il presidio è un luogo difeso da truppe militari e Maria viene percepita come il “Presidio dei Cristiani”.
Il papiro fu acquistato nel 1917 da Colin Henderson Roberts e pubblicato solamente nel 1938, il quale, luterano convinto, vedeva in questa preghiera una sconfessione della teologia luterana che definiva il culto mariano nato assai tardivamente nella Chiesa e quindi poco attendibile. A sconfessare questa teoria della tardiva nascita della devozione mariana nella Chiesa concorrono anche i graffiti presso la grotta dell’annunciazione a Nazareth, le pitture presenti nelle catacombe di Priscilla, lungo la via Salaria, a Roma databili dall’archeologa Margherita Guarducci al II secolo e raffiguranti Maria ed il Bambin Gesù.
Da subito i credenti hanno percepito il “mistero” di Maria, la Madre di Gesù, la Madre di Dio, l’Immacolata Concezione, l’Assunta in cielo in Anima e Corpo e si sono affidati alla sua protezione; una fiducia che si esprime da ben venti secoli e, pur con i suoi alti e bassi, le sue deviazioni, è rimasta “patrimonio” della Chiesa.
Andare a Lourdes, o in qualsiasi santuario mariano, è un immettersi in questa tradizione mai venuta meno nel vissuto dei credenti.
Ci si affida, con cuore, a Colei che è compresa da sempre come un “presidio” contro ogni male del corpo e dell’anima.

mons. Arnaldo Greco, assistente Sottosezione Unitalsi Gorizia

 

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